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PERCORSI MEDITERRANEI
ARBERESHE
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SPEZZANO
ALBANESE
Spixana č sorta su un sito antichissimo risalente
all'etą del Ferro. L'insediamento arbrėsh
si č formato in seguito
alla partenza di alcune famiglie da San Lorenzo del
Vallo. L'etnia č ancora ben salda ma il rito greco-ortodosso
č stato abbandonato a favore di quello latino nel 1668.
BENI
CULTURALI
Al tempo in cui
i Greci approdarono sulle coste ioniche esisteva una
civiltą indigena con una cultura ampiamente
sviluppata. Lo testimoniano i ritrovamenti
archeologici di Torre Mordillo, tra i fiumi
Esaro e Coscile.
Un sito della
prima etą del Ferro in cui sono affiorate tombe di
rito ad inumazione ed alcune ad incinerazione.
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S. Antonio di
Stridolo
o Torre
Scribla,
in contrada Logge, su una collina a circa 1 km dalla
dismessa stazione ferroviaria, mostra i resti di un
insediamento militare
normanno
(due torri) che probabilmente doveva contrastare
l'accesso alla vallata. In origine in quel luogo
sorgeva un'Abbazia
benedettina, fortificata nel 1044 da Roberto il
Guiscardo, venne successivamente occupata dagli
Svevi. Fu feudo dei Sanseverino di Bisignano prima e
degli Spinelli poi e, prima del suo decadimento, fu
sede dei Cavalieri di Malta.
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La chiesa
della Madonna di Costantinopoli, forse
eremo basiliano e poi antoniano, nel 1600 si
trasforma in Antico Hospitale del paese.
La facciata, con
tre portali ed elementi decorativi, č in stile
neoclassico. Il campanile ha pianta quadrata,
copertura a cuspide, monofore con arco a tutto
sesto. Le tre navate interne ospitano statue
processionali ed affreschi di San Francesco di
Paola, della Madonna col Bambino, di SantAntonio
Abate, attribuite al De Maria e risalenti al 1915.
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Il Santuario
della Madonna delle Grazie, probabilmente di
origine basiliana, poi chiesa agostiniana, si
presenta a forma basilicale a tre navate, di ordine
architettonico ionico-barocco.
Alla piccola cappella originaria furono aggiunte le
due navate laterali, il campanile ed un atrio
d'ingresso delimitato da tre maestosi cancelli in
ferro battuto.
L'interno č a
tre navate rivestite in marmi policromi |
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La Madonna di
carne (Shėn
Mėri Mishi)
č chiamata la
Vergine delle Grazie da tutto il popolo di Spezzano
sin dai tempi pił antichi, perchč sembra viva. La
statua, dalle fattezze bizantine, č in malta,
cartapesta e stucchi ed č posta in una grande
nicchia sull'altare. Le vesti della Madonna sono di
colore azzurro ricamato in oro; quelle del
Bambinello sono di color rosso e oro, come il libro
che regge con la mano sinistra.
Secondo un
racconto popolare la Madonna apparve a due
pastorelli, nelle sembianze di donna pił bella di
una stella, tanto che per vedere se fosse viva uno
di loro la punse con una spina di rovo sul volto da
cui uscģ tanto sangue. Ed in quello stesso luogo
sarebbe stato costruito il santuario per la Vergine
dispensatrice di grazie.
Shėn Mėria e
Graxjes na Spixanė gjithė e thėrresmi Shėn Mėri
Mishi. Dia furizėrat pan si nj dritė e panė nxhera
nj grua me nj djal ēė mbjonej qetu tarandinet ēė
kish te dora.
Furiziqėrat kur
e pan atė grua e bukur mė se nj ill aq ēė ng dukej
e bėn mishi ēė me nj gjėmb ferri njeri e shpoi e me
gjakun ēė duall si kroi i mbjoi faqen e ng pa drit
vet furizi ē'e tandoj. Tė dia vullezėrat u
shtrėmbuan, ljiptin graxje e mbjatu e patin, ka Shėn
Mėria ē'i tha:"Nani rrėfieni mbjatu ēė patė me si".
Te pak mot shėn Mėria pat qishėn e ku e vun ka tė
rri nj mil vjetė sa tė na ruanj e tė na bekonj Sahėn
Mėria jone, Shėn Mėria Zonj.
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La "Madonna di carne"
La statua
processionale del 1789
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La chiesa della
madonna del Carmine
o di Santa Maria del
Monte Carmelo,
edificata dal Dott. Alessandro Cucci nel 1735,
conserva una tela della Madonna (XVIII sec), statue
processionali ed un reliquiario del 700. Di Luigi
Veltri un affresco, su cui č effigiata la Madonna
del Carmine, risalente al sec. XIX. |
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La chiesa dei
S.S. Pietro e Paolo diventa chiesa madre del
paese nel 1607 allorquando fu aperta al culto, ma
probabilmente la sua origine č bizantina. Gią sede
di congreghe laiche, fu elevata a "Collegiata
Insigne nel 1825. Linterno conserva vari
affreschi come "La cacciata dei mercanti dal
Tempio", un coro ligneo, una tela dei SS. Pietro e
Paolo, un tondo dellAddolorata, una tela del
Purgatorio, tutti del XVIII sec. e un affresco, di
Umberto De Maria, sui miracoli e le apoteosi di San
Francesco di Paola dei primi del 900.
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antiche
abitazioni
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gjitonia |
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TRADIZIONI
La
festa patronale della Madonna delle Grazie
La Madonna delle
Grazie č la protettrice di Spezzano, sin dallarrivo
degli esuli albanesi in quelle terre, pił di 500
anni fa. La Madonna č oggetto di profondo e sentito
culto popolare nei giorni della Pasqua. La domenica
ci sono i festeggiamenti solenni con messe e
processione. Il Lunedģ dell'Angelo anticamente si
celebrava la "messa dei buoi" ed il martedģ si
svolgeva una grande fiera di mercanzie, prodotti
tipici locali e bestiame.
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la fiera negli
anni quaranta del '900
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La messa dei
buoi (MESHA E QEVET), tradizione scomparsa da
anni, veniva celebrata a Spezzano il lunedģ
dellAngelo, durante la festa della Madonna delle
Grazie. Pił di cento coppie di buoi, dopo la
benedizione nel piazzale del Santuario, si recavano
per devozione ad arare lorto della Madonna, terreno
adiacente alla Chiesa, coltivato ad uliveto. Dopo
laratura, il sacerdote impartiva la benedizione,
ponendo sulla fronte dei buoi unimmaginetta.
Mesha e qevet ēė
dua tė thom u ish nga vit e bėhej ktu. Thuhej mbė
qish kur jashtė punojėn mė se nj qind penda qe, pse
nga vit pėr divucjon kush kish qetė, sa nėnga ish
drit, nisej mbjatu me tė dia qetė e kur mesha kish
fėrrnuar kopshti i tėrė ish i punuar.
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i buoi verso
l'orto della Madonna
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La
Domenica delle Palme
(e Diela e Dhafnes)
I fedeli si
recano in processione in un luogo sacro (il
Calvario) lungo un percorso adorno di rami di palme
e di ulivo che il sacerdote benedice.
Le palme, nel
ricordo dellingresso di Gesł a Gerusalemme,
simboleggiano la morte e la resurrezione.
Rami di alloro,
di ulivo o assi di canna, rivestite di carta velina
colorata, servono da supporto per attaccare
tarallini, agrumi e dolciumi, come ai tempi dei
nonni, e consumarli insieme in segno di pace, dopo
la benedizione.
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la palma
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La
processione del Venerdģ Santo
Nei tempi
antichi le donne per voto portavano in spalla la
statua dell'Addolorata che seguiva la bara del
Cristo morto; lintero popolo la seguiva in
processione, cantando in coro Quando la notizia...
il canto del dolore della Madonna cui č giunta la
notizia della crocifissione del Figlio.
Sipėr mushkut
katėr gra silljėn t jėmėn si nga vit gjithė e zezė
me ata shtat thikė prapa tė birit te njė tavut.
Krishti xhakar e pjot gjak ka do shkonej ēeljėn drit
e pas tė veshura pėr vut vasharelje Dollorat.
Shtijėn vjershe gjuhė arbrisht pas tavutit tė Zotit
Krisht, ishėn viershet e Pasjonės, ishėn fjalė ēė
ngricarjėn misht.
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LA GIOSTRA DELL'AGNELLO (SHTJERRI)
č una
tradizione molto seguita a Spezzano.
Il martedģ di
Carnevale, dopo aver appeso ad una corda, legata da
un lato allaltro della strada, a testa in gił un
agnello, gią ucciso con un anello al naso, un gruppo
di cavalieri fa a gara per cercare di infilare lo
spiedo nellanello, mentre il cavallo č in corsa.
Chi fa centro
avrą in premio lagnello, che verrą arrostito e
consumato in compagnia. č lultima abbuffata prima
della Quaresima.
Le giostre, col
sacrificio dellanimale, appartenevano ai riti
propiziatori di purificazione ed espulsione delle
forze malefiche, di origine pagana, in cui la
tradizione cavalleresca si fondeva col mito agrario.
La riuscita della festa era presagio di abbondante
raccolto in una terra ad economia prevalentemente
agricola.
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LA
QUARESIMA (KRČSHMEZA)
La Quaresima, la
bambola di stoffa che faceva la nonna, era vestita
con il vestito di gala, il llambadhor, il fazzoletto
in testa e nella tasca del grembiule aveva, insieme
al fuso, un pezzettino di salsiccia e di guanciale,
perchč il periodo quaresimale aboliva le abbuffate.
Ai piedi aveva unarancia con sette penne di
gallina; la nonna ne staccava una alla settimana
fino a Pasqua e la bruciava nel camino, perchč quel
fumo tenesse lontani gli spiriti dalla casa. Quella
bambola piccolina era un segnatempo, allepoca
della nonna.
Ish nj nuse
piēiniqe pjot domethėnur e veshur llambadhor me
vandizinin e skamandiljin ndė koctė si nj nanė e
pjak. Te kushalli i djatht ēė kish vandizini i vėnej
nj coparele vohjollar e lkėng sa nj thuariq ēė dome
thėnej urinė ēė bėjėn gjith vet pėr atė mot pse
Krčshmeza nėng donej tė ngrėn e tė ngosur. Furka e
boshti ēė nusja kish te dora figurojėn motin
motin
ēė mangonej pėr Krčshmezėn ēahirna prisjėn gjith.
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SKARCOPOLLI I SHĖN NJANJIT
- Il
pupazzo del giorno di San Giovanni veniva
fatto dai ragazzi con stoffa; fasciato fino ai piedi
e con un mazzo di fiori al posto della testa;
rappresentava il neonato da battezzare. Il compare o
la comare scelta per il battesimo erano i migliori
amici che giuravano di volersi bene per tutta la
vita. Il battesimo avveniva ogni anno il 24 di
Giugno davanti alla chiesa di San Giovanni, il santo
che ha battezzato Gesł Cristo. Nel gioco come nella
realtą il comparaggio per gli italo-albanesi č un
forte legame, che unisce molto pił della stessa
consanguineitą.
Nėng kish ne si
ne faqe skarcopolli pa shpirt, vet ljulje sipėr
ballėt e faqen ja mbuljojėm pjot dega me rigąn.
Ditėn e Shėn Njanjit, te hera ēė kish pakėzojėm, me
nj ndrikull e nj kumbąr silljėm "ninėn" mbė dor.
Ndrikulla ish si nj mėmė pse pa ē'e pill atė bir "ninės"
ēė kish pakėzuar kish i donej mirė.
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L'uccisione del maiale
Lallevamento
del maiale era di vitale importanza nelleconomia e
nella cultura contadina. A seconda delle possibilitą
economiche, quasi tutte le famiglie ammazzavano il
maiale, per assicurarsi la provvista di carne per
tutto lanno. La macellazione del maiale era un
rito, unoccasione di festa per la famiglia ed anche
per i parenti e i compari o i vicini di casa che
venivano invitati per aiutare nella preparazione dei
salumi. Si procedeva con grossi coltelli alla
raschiatura delle setole, ammorbidite con acqua
bollente;
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dopodichč si
praticavano dei tagli sulle zampe posteriori per
infilare tra i tendini un attrezzo di legno a forma
trapezoidale che permetteva di appendere lanimale e
squartarlo; quindi, le due mezzene venivano pulite,
strofinandole con sale e arance spaccate; intanto le
donne, dopo aver ripulito gli intestini che si
utilizzavano per gli insaccati, preparavano il
pranzo al quale partecipavano tutti coloro che
avevano partecipato al rito. |
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