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PERCORSI MEDITERRANEI

Arbereshe


 

 

Beni culturali, storia, tradizioni arbëreshe


Gli italo-albanesi, ARBËRESHË, sono gli eredi di quei gruppi, parlanti varietà dialettali di tipo tosco, che iniziarono a trasferirsi in Italia a partire dal sec. XV, incoraggiati dalla politica di ripopolamento messa in pratica da Alfonso I d’Aragona. Il movimento migratorio aumentò dopo l’invasione turca dell’Albania nel 1435 e continuò fino al sec. XVIII con lo stanziamento pacifico di comunità albanesi tra le popolazioni di dialetto italoromanzo. Il carattere episodico e discontinuo degli stanziamenti spiega in gran parte la frammentazione territoriale che caratterizza la cosiddetta “Arberia”, l’insieme delle comunità storiche albanofone d’Italia.

Tra queste popolazioni “minoritarie” che rappresentano il 5% della popolazione italiana, vi sono quelle di tradizione albanofona, ormai da tempo linguisticamente assimilate ai circostanti dialetti italiani, quelle nelle quali la lingua albanese convive storicamente con quelle varietà, e località totalmente albanofone o presso le quali l’uso della lingua arbëreshe è storicamente totale o comunque maggioritario. Sul territorio italiano sono presenti 50 paesi di etnia arbëreshe; e sono distribuiti in Calabria, Basilicata, Campania, Puglia, Molise, Abruzzo e Sicilia.

Le Comunità etnico-linguistiche di minoranza hanno un ruolo preminente nel territorio di appartenenza, nel processo di costruzione della nuova Europa del Terzo Millennio, per gli apporti di una cultura specifica e di forme di perpetuazione culturale endogene.

Il concetto stesso di “minoranza” è ridefinito dalla dinamicità e intensità con cui questi “gruppi etnici” ripropongono al loro interno e tengono vivi i tratti culturali che li caratterizzano.

Lingua, Religione, Tradizioni, Costumi, Gastronomia sono elementi identitari che caratterizzano fortemente queste comunità, insieme ad aspetti storico-sociali, economici, politici, architettonici e paesaggistici dell’area di appartenenza.

La presenza sul territorio di aree distinte sulla base di tratti culturali minoritari, generalmente dovuta a spostamenti di popolazioni, o di gruppi sociali più ristretti, avvenuti nel corso della storia, per cause diverse, soprattutto di carattere storico-politico, è un problema di appartenenza e d’identità.

L’appartenenza identitaria, che deriva da fattori culturali, regole di comportamento legate al contesto d’origine e da valori di riferimento, condivisi per scelta più o meno consapevole, nelle sue dinamiche di perpetuazione definisce i confini territoriali di appartenenza.

Strutture e funzioni educative, insieme alla lingua e ad un sistema di valori simbolici, spesso sostenuto dal credo religioso, garantiscono alla comunità l’autodeterminazione e la rivendicazione collettiva di una appartenenza che trae forza dalla consapevolezza di riconoscersi in alcuni valori, usi, costumi e tradizioni.  

Allora il concetto di minoranza culturale si basa su rapporti di inclusione-esclusione e di minoranza-maggioranza tra gruppi sociali distinti, in cui esiste la differenziazione tra autopercezione ed eteropercezione dei tratti culturali caratteristici della comunità marginale. L’autodeterminazione delle comunità stesse e le rivendicazioni collettive traggono linfa proprio dalla coscienza di appartenere ad una unicità culturale e fanno sì che in un dato territorio siano di fatto delle “maggioranze”.

I caratteri del popolo arbëresh affiorano da un lungo processo culturale e d'identità che va dal senso di appartenenza, la gjitonia, che ancora oggi resiste a distanza di cinque secoli di integrazioni etniche e trasformazioni socio-urbanistiche, a tutte le espressioni comunitarie.

Ma la storia della civiltà arbëreshe non si fonda esclusivamente sulla lingua, che è un bene culturale di fondamentale importanza, in quanto è uno degli elementi della cultura italo-albanese, anche se il principale. Un percorso di vera conoscenza delle realtà arbëreshe parte dalla lingua, strumento identitario e di partecipazione alla storia di un territorio, per seguire tracciati che vanno dall’arte, ai canti, i famosi vjersh, alla musica, alla letteratura, all’enogastronomia, alla cultura materiale, ai riti ed alle tradizioni di un popolo, che rappresentano una grande risorsa.

© pubblicato a luglio 2008

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