Centro Cultura e Arte 26 - Ricerca antropologica etnofotografica e promozione beni culturali, arte, tradizioni di Calabria

   mappa del sito  

   contatti  

   link  

sei in

PERCORSI MEDITERRANEI

Occitani


Occitani

La lingua d'oc

I Trovatori

Guardia Piemontese

I Valdesi

San Sisto dei Valdesi

Cultura e tradizioni

Poli Culturali

Tutela Minoranze

 

POLI CULTURALI OCCITANI

Associazioni culturali occitane


Molte Associazioni e organizzazioni di carattere prevalentemente culturale (Pro Loco, Comunità Montane, Eco musei, gruppi folklorici, musicali, di danza e teatro) sono state in questi ultimi decenni determinanti a rafforzare la coscienza identitaria occitana.

Tra i primi poli culturali sinergici dedicati al mondo occitano: l'Espaci Occitan, Associazione di Enti pubblici del territorio occitano alpino, che ha per obiettivo la promozione linguistica, culturale e turistica delle valli occitane, attraverso l'Istituto di Studi Occitani, il museo Sòn de lenga, lo Sportello Linguistico e la Bottega Occitana.

E "Occitania granda", sorta da forti connotazioni "nazionalistiche" (il cosiddetto "etnismo" di Fontan, che nel 1959 aveva fondato il Partito nazionalista occitano) che è andata elaborando una visione non strettamente "linguistica" dell'identità occitana, ed ha preso in considerazione le componenti sociali, economiche e politico-istituzionali all'interno del suo progetto complessivo di rivendicazione di un'identità nazionale.

La “Chambra d'òc” è un'Associazione che raggruppa artigiani, agricoltori, commercianti, ristoratori, associazioni culturali, gruppi musicali, soggetti che si occupano della rinascita linguistica e culturale delle Valli occitane d'Italia.

Il Centro Occitano di Cultura di Castelmagno “Detto Dalmastro” e tante altri, tra cui l’Associazione culturale Occitano Guardiola di Guardia Piemontese, in provincia di Cosenza, gemellata già dal 1975 con Torre Pellice.

 L’isola occitana di Calabria, spesso presente in “Novas d’Occitania”, rivista di Chambra d’oc, tiene vivi i contatti con le valli piemontesi, soprattutto durante le “Settimane occitane”, in cui vengono organizzati spettacoli e incontri culturali atti a far conoscere, valorizzare e tutelare l'enorme patrimonio storico, linguistico e culturale di Guardia Piemontese.

Qui, a tale scopo, operano il Museo della civiltà contadina occitana e il “Centro culturale occitano guardiolo”; in campo religioso il Centro Studi intitolato a Gian Luigi Pascale (il predicatore mandato in Calabria a risvegliare il fervore della fede valdese) che espone interessanti pannelli illustrativi della storia dei Valdesi. Aspetti che danno la misura della  dinamicità culturale e della dimensione identitaria e politica di una minoranza linguistica ben consolidata sul territorio calabrese.

L’UNESCO ha redatto un testo in cui vengono elencate le lingue in pericolo di estinzione, tra le quali sono citate il Provenzale, il Francoprovenzale e il Piemontese.

L’Unione Europea si è mobilitata per la stesura di una Carta delle lingue minoritarie, che rappresenta una sorta di “legge quadro” per la legislazione nazionale.

Le iniziative promosse e finanziate dalle Regioni seguono le direttive della legge nazionale, che si rivolge principalmente in queste direzioni:

·        corsi di formazione e azioni di promozione;

·        apertura di sportelli linguistici e servizi per le popolazioni locali;

·        segnaletica in lingua minoritaria;

·        pubblicazioni e finanziamenti per apertura e gestione di centri culturali.

Dagli anni Settanta del ‘900 sono iniziati studi di geografia linguistica e di toponomastica, per raccogliere informazioni utili alla conoscenza delle minoranze storicamente consolidate.

Grande importanza dal punto di vista delle ricerche e degli studi realizzati in questo campo rivestono gli atlanti linguistici, che rappresentano graficamente, tramite carte geografico-territoriali, le informazioni sulle aree linguistiche.

Tra i numerosi Atlanti linguistici, realizzati dopo lunghi anni di studi e ricerche, che richiedono anche notevoli sforzi metodologici ed economici:

ALEPO, Atlante linguistico ed Etnografico del Piemonte Montano Occidentale, un progetto avviato nel 1982 e attualmente ancora in fase di completamento.

Atlante Linguistico Italiano, pubblicato dall’Istituto Poligrafico e Zecca di Stato, progetto avviato nel 1920, tuttora in corso di realizzazione.

Atlante Toponomastico del Piemonte Montano, un’opera suddivisa in una quindicina di fascicoli comune per comune, in cui sono riportati i micro e macrotoponimi.

In questi ultimi anni sono state condotte interessanti indagini ed interventi, in termini qualitativi, in favore delle minoranze.

Si fa riferimento, qui, soltanto a quelli che hanno dato notevoli contributi, anche ai fini del presente lavoro.

La ricerca ATLAS-IRES Piemonte sul patrimonio fisico, socio-economico, delle pratiche sociali e delle tradizioni popolari delle minoranze linguistiche e religiose è un lavoro che ha interessato un vasto territorio ed ha preso in considerazione gli aspetti rilevanti che connotano le minoranze storicamente consolidate e con un forte radicamento sul territorio stesso. Per la conoscenza delle varie comunità sono stati presi come indicatori aspetti determinanti, come la presenza storica sul territorio piemontese (la collocazione territoriale delle minoranze dal punto di vista “storico”, in base alla letteratura e alle considerazioni espresse dai testimoni privilegiati, come esperti, ricercatori e storici locali); l’adesione alla legge nazionale 482/99 di tutela e salvaguardia delle minoranze linguistiche, tramite autodichiarazione di appartenenza a minoranze linguistiche storiche, la presenza di riviste in lingua minoritaria che diffondono nel territorio la lingua e la cultura di appartenenza.

Inoltre è stato analizzato il rapporto tra l’essere minoranza, l’appartenenza territoriale ad area minoritaria e altri fenomeni socio-culturali specifici, come l’uso effettivo della lingua, il voto politico e la diffusione di associazioni culturali, gruppi musicali e teatrali.

Sono oggetto di studio, inoltre, in collaborazione con l’Università di Torino, il ruolo e le caratteristiche che stanno assumendo le lingue minoritarie rispetto al dialetto piemontese, all’italiano ed alle altre lingue presenti sul territorio, le occasioni in cui viene utilizzata la lingua minoritaria, la quantità e la presenza dei parlanti.

Per lo studio dell’unica minoranza religiosa storica presente in Piemonte, la valdese, sono stati determinanti: la presenza storica sul territorio, per osservare la collocazione territoriale e individuare le aree riconosciute come “sede” della minoranza e la diffusione dei luoghi di culto e dei musei valdesi sul territorio, edificati in genere dove esiste, o esisteva, una sufficiente concentrazione di praticanti il culto, tale da giustificare la costruzione di templi.

Il progetto sviluppato dal GAL Escartons e Valli Valdesi sulla trasformazione agro-alimentare e sulle tecniche artigianali consolidate e tramandate negli usi e costumi locali ha inteso rivalutare ed innovare questo patrimonio per sfruttarne le grandi potenzialità.

Sono stati indagati vari aspetti della vita quotidiana, della cultura materiale e, nella loro tipicità, le abitudini alimentari degli abitanti di queste Valli, di cultura valdese, costretti dall’orografia, dal clima e da altri fattori di natura socio-politica e religiosa, a fare i conti con la scarsità delle risorse e, dunque, a gestire la loro difficile esistenza.

La rigorosa ricerca sui rituali dell’alimentazione di questa comunità ha permesso, non solo di fare una mappatura dei piatti tipici e della tipologia di ingredienti usati per la preparazione degli stessi, ma soprattutto di riscoprire e rinnovare le radici di una identità a rischio di estinzione.

Per quanto riguarda le comunità del mezzogiorno sta conducendo studi approfonditi sull’identità e le appartenenze, non solo etniche, ma anche economiche e religiose, Renata Ciaccio, del dipartimento di Storia dell’Università della Calabria.

L’indagine della ricercatrice sui Valdesi di Calabria, vuole “ricostruire i meccanismi di coesione sociale che reggevano l’assetto comunitario e delineare le traiettorie che li portarono a difendere la loro identità etnica e religiosa per molto tempo”.

Un progetto di alto spessore culturale, ben articolato (tra testimonianze editoriali, multimediali e attività convegnistiche di ampio profilo scientifico) è stato sviluppato, nell’arco del triennio 2004-2007, dal Comitato Nazionale Minoranze Etnico-linguistiche in Italia del Ministero Beni e Attività Culturali, finalizzato alla conoscenza ed alla promozione delle tradizioni etniche e dei beni culturali nel contesto delle realtà delle minoranze linguistiche in Italia.

Un confronto tra culture, modelli storici ed etnie che ha impegnato giovani ricercatori e coinvolto il mondo scolastico. Un’azione di conoscenza e promozione delle realtà minoritarie italiane basata su una proposta di metodologia scientifica e didattica che, uscendo dagli schemi esclusivamente linguistici, ha focalizzato l’attenzione sugli aspetti culturali, antropologici, architettonici e archeologici delle minoranze storiche.

Ma c’è ancora tanta strada da fare nel campo della conoscenza antropologica di queste culture “altre” e della conservazione del patrimonio di cultura materiale (musei delle culture locali), nonchè indagini approfondite, sempre di carattere antropologico, che richiedono tempi lunghi, sulla partecipazione ai culti religiosi e sulle tradizioni popolari.

Inoltre, le iniziative istituzionali dovrebbero promuovere maggiormente la cultura del rispetto dell’alterità e della coesistenza di valori culturali diversi, non all’insegna della tolleranza ma del reciproco rispetto della differenza.

Non ci possono essere forme di tutela senza uguaglianza, e non ci può essere uguaglianza senza il riconoscimento delle differenze.

<< torna a percorsi mediterranei

  inizio pagina 

 

©  Copyright 2005 - 2014  Tutti i diritti riservati - Centro Arte e Cultura 26 ( C.F:94001680787 )

Associazione culturale di ricerca antropologica etnofotografica fondata da Maria Zanoni nel 1978