Il diritto ad essere
minoranza e il diritto alla diversità sono riconosciuti nei
testi normativi alla base delle istituzioni nazionali e
internazionali (Unesco, Unione Europea, Consiglio d’Europa,
Costituzione Italiana e poi a livello regionale).
La Regione Piemonte a
livello nazionale è una delle regioni a Statuto Ordinario
maggiormente impegnate per la tutela e la valorizzazione del
patrimonio linguistico. Infatti, vanta la prima legge
regionale di tutela della lingua minoritaria che risale al
1979 (Legge regionale n. 30 - giugno 1979), attualmente
abrogata dalla legge regionale del 1990 e successive
modifiche e integrazioni. La Legge nazionale n. 482
risale, invece, solo al 1999.
Inoltre la normativa
regionale prevede specifiche iniziative di tutela e
valorizzazione del Piemontese, riconosciuto come minoranza
linguistica.
La Regione
Calabria, la più ricca di presenze minoritarie, approva la
Legge regionale n° 15 nell’ottobre
2003, per la tutela e la valorizzazione della lingua e del
patrimonio culturale delle sue minoranze linguistiche e
storiche, riconoscendo “che la protezione e la
valorizzazione delle lingue minoritarie contribuiscono alla
costruzione di un'Europa fondata sui principi della
democrazia e del rispetto delle diversità culturali e, in
attuazione dell'articolo 6 della Costituzione e dell'art. 56
dello Statuto regionale lettera “r”, con propria Legge
regionale, ai sensi degli articoli 2 e 3 della Legge 15
dicembre 1999, n. 482, tutela le parlate della
popolazione albanese, grecanica e occitanica di Calabria e
promuove la valorizzazione e divulgazione del loro
patrimonio linguistico, culturale e materiale”.
Le minoranze sono
tutelate nella Costituzione dei Diritti dell’Uomo, in alcuni
regolamenti dell’Unione Europea e nella Costituzione
Italiana.
Nell’attuale contesto
politico e istituzionale, si presenta all’attenzione
generale, per un significativo consolidamento dell’Unione
Europea, il dibattito sviluppatosi intorno all’articolo 12
della Costituzione, che, con l’aggiunta di un 2° comma, dà
maggiore consapevolezza all’italiano, come lingua ufficiale
della Repubblica; naturalmente nel rispetto delle garanzie
che la Costituzione e le leggi costituzionali già
riconoscono alle minoranze linguistiche.
In
una società sempre più pluralista e diversificata, come
quella che si sta affermando negli ultimi anni, in cui si
stanno diffondendo comunità di diversa matrice e
provenienza, si ravvisa la necessità di individuare elementi
su cui basare l’integrazione in un tessuto comune; e la
lingua risulta essere il primo meccanismo di socializzazione
e di integrazione, affinchè non vengano irragionevolmente
pregiudicati i diritti degli altri cittadini con un
eventuale uso strumentale dell’autonomia culturale e
linguistica.