Nel territorio
che in tempi antichissimi appartenne alla repubblica
di Thurio sui monti dell’Appennino Calabro
affacciati sul Tirreno, in provincia di Cosenza,
sorge Guardia.
È Guardia Piemontese,
il paese degli occitani costruito intorno al 1375
dai
Valdesi
esuli dalle valli piemontesi che avevano ottenuto da
un ricco proprietario terriero calabrese la
concessione di terre fertili da coltivare, a
condizioni ragionevoli.
In queste terre, agli inizi del 1300, o forse
qualche decennio prima, si erano stabiliti gruppi di
fede valdese, fondando un piccolo borgo, detto degli
“Ultramontani”. Erano operai in cerca di lavoro in
luoghi sicuri, provenienti dalle Valli d’Angrogna,
Pinerolo, Luserna, Torre Pellice, che si erano
sparsi nei borghi di Vaccarizzo, San Vincenzo, La
Guardia e San Sisto. Gruppi sparuti erano scesi fino
a Tropea, Catanzaro e Reggio.
A
San Sisto,
all’epoca casale di Montalto, dove esisteva
un’abbazia costruita dai monaci bizantini, in onore
di Papa Sisto III (da cui il nome del borgo), i
Valdesi stabilirono la sede principale della loro
Chiesa.
Proprio questo territorio per le sue caratteristiche
orografiche accolse i profughi delle persecuzioni
religiose. Prima, dall’VIII sec. aveva accolto i
monaci Basiliani che venivano dall’Oriente, per
sfuggire alla cattività islamica, durante la lotta
iconoclasta, poi, nel XIII sec. gli eretici che
sfuggivano all’inquisizione cattolica. Ed ancora,
fino al XVI sec. ospitò ebrei ed albanesi.
I monti della Calabria, come quelli del Piemonte,
erano il luogo ideale per i Valdesi dove potersi
rifugiare, così come secoli prima lo erano stati per
i profughi di Bisanzio che in quelle terre avevano
lasciato i segni della loro operosità, dissodando
terre, piantando vigneti, introducendo nuove
piantagioni arboree e modificando le tecniche di
coltivazione.
L’unica isola di lingua occitana in Calabria, la
regione al centro del Mediterraneo, storicamente
segnato dalla diffusione della lingua e della
cultura occitana e catalana, ha saputo mantenere nel
corso dei secoli una marcata autonomia
socio-culturale nei confronti di centri vicini, più
importanti e più popolosi.
Nonostante i forti condizionamenti subiti
(conversione al cattolicesimo, e divieto di parlare
la lingua madre) Guardia Piemontese (La Gàrdia) ha
affermato con consapevolezza, autodeterminazione e
forza la sua identità, per creare uno sviluppo
coerente con la storia locale, tutelando la sua
tradizione.