editoriali,
recensioni e saggi di costume e società
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pubblicato il 28 Ottobre 2013
La
morte del regista Luigi Magni.
Ne
parliamo con Pierfranco Bruni: “Dal regista allo
sceneggiatore tra storia e letteratura - una
magistrale testimonianza”
a cura di
Manuela Achab
Molti film di Luigi
Magni sono “pezzi” di storia, di letteratura, di
ironia, di leggere il mondo cattolico attraverso i
fatti che diventano ironia. Luigi Magni è morto a 85
anni. Restano le sue regie, le sue sceneggiature,
le sue collaborazioni. Un regista che ha raccontato
come se il tutto fosse in una cronaca che diventa
storia e la storia è storia di fatti e di
interpretazioni.
Lo scrittore
Pierfranco Bruni, che per conto del Sindacato Libero
Scrittori Italiani, si è occupato del rapporto tra
letteratura e cinema ha risposto ad alcune nostre
domande.
D. Quale relazione
è possibile leggere nei film di Luigi Magni tra
storia e realtà?
Risponde Pierfranco
Bruni: “I film di Magni sono storia. Ha raccontato
attraverso la macchina da presa anche una storia
anticonformista servendosi sia della rigorosità sia,
in molte occasioni, dell’ironia.
D. Quali film
consiglierebbe oggi?
R. Voglio
ricordare, tra i tanti, il film ‘O Re oppure
il film su Ponzio Pilato. Nel prima si racconta
l’altra storia dell’Unità d’Italia con un narrare
straordinario e una magistrale interpretazione di
Ornella Muti e Giancarlo Giannini. Ma è il concetto
di storia che ritorna in modo profondo dando una
originalità particolare all’ultima regina del Sud.
Nel secondo c’è il Pilato incredulo e l’immagine di
Claudia, la moglie di Plato, assume una centralità
completamente da leggere.
D. C’è anche In
nome del Papa Re…
R. Un film toccante
che rende protagonista una cultura popolare non
“cinematografata” ma è un popolo reale che scava non
nell’immaginario ma nella verità…
D. La storia come
verità?
D. Si pensi anche
al film In nome del popolo sovrano. Insomma
la cultura identitaria del popolo, in Magni, resta
fondamentale fino ad uno dei più recenti La
Carbonara.
D. Se dovesse
rivedere oggi un film di Magni quale sceglierebbe?
R. Passerei
dall’ironica versione de La Tosca sino al
film che più preferisco che è il già citato ‘O Re.
Ma cercherei un film di cui Magni ha realizzato la
sceneggiatura.
D. Ovvero…
R. Ovvero La
Mandragola. Un film, tatto da Machiavelli, il
cui regista è Alberto Lattuada e risale al 1965. Una
sceneggiatura imponente e ne esce fuori un
Rinascimento attraversato da storia e letteratura
con una centralità forte dei personaggi. Aver
sceneggiato Machiavelli non è facile.
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pubblicato l'11 Ottobre 2013
Ricordo di Tanino De Santis, direttore di “Magna
Grecia”,
cultore e protettore dell’Antichità
di Sara Minuto
Agosto 2013: amici
greco ciprioti, profughi nella Cipro greca,
lamentano i mancati interventi per la salvaguardia e
la protezione dei Beni archeologici ed Artistici
presenti in quella parte dell’isola occupata dai
turchi nel 1974. Dal luglio 1974 molti Beni sono
stati trafugati, portati all’estero e venduti a
privati, fatti sparire nel nulla, se non distrutti.
A quasi quarant’anni dalla fatidica invasione (“isvoli”),
si piange la perdita di un patrimonio artistico di
superba bellezza e di notevole importanza storica,
oltre che l’espropriazione dalle terre di migliaia
di greco ciprioti.
Sono passati quasi
cinquant’ anni da quando Tanino De Santis ha fondato
e ha iniziato a dirigere Magna Grecia, rassegna di
archeologia, storia, arte e attualità, preziosissimo
strumento di informazione e circolazione di idee e
iniziative sul mondo antico della Magna Grecia, in
particolare la Piana di Sibari, sua terra d’origine.
Tanino De Santis,
nato a Francancavilla Marittima (Cosenza) nel 1928,
era figlio del medico curante del
paese, il dottore Agostino De Santis. Quest’ultimo,
presidente dell’Associazione “Ritorno a Sibari”,
ricordato negli scritti di Amedeo Maiuri, fu noto
promotore di campagne di scavo e saggi nella
sibaritide al tempo delle ricerche dell’archeologa
Paola Zangani Montuoro, sua cara amica e
collaboratrice di U. Zanotti Bianco nei primi scavi
alle foci del Sele.
Tanino De Santis,
pertanto, fu avviato dal padre verso una sorta di
dialogo col misterioso e fulgido passato della sua
terra, che prese forma e parola nelle due
pubblicazioni Sibaritide a ritroso nel tempo
del 1960 e La scoperta di Lagaria 1964, e
infine nella rivista Magna Grecia, da lui
fondata, curata ed economicamente sostenuta dal 1966
fino al 2002, anno in cui si interrompono a causa di
quei problemi di salute che negli anni si sono
seriamente e fatalmente aggravati.

Agostino e
Tanino de Santis in una foto degli anni Sessanta a
Lagaria
Prima della
dedizione totale a Magna Grecia si ricordano i primi
passi nel campo delle pubblicazioni di ambito
archeologico.
La moglie Zina
Rodotà, fedele compagna di una vita costellata di
impegno, energia e sacrifici offerti per la
valorizzazione della propria terra, conserva le
bozze dell’ultima copia che sarebbe dovuta andare
alle stampe nel 2003, ma che di fatto non è stata
mai edita.
Seguendo dunque il
cammino segnato dal padre, Tanino De Santis, che nel
1970 venne insignito del premio “U. Zanotti Bianco”
dall’Associazione “Italia nostra” per la sua strenua
difesa del valore archeologico della Piana di
Sibari, attraverso Magna Grecia, avviò
un’incalzante campagna di sensibilizzazione
dell’opinione pubblica sul valore della Sibaritide
e di tutta la Calabria antica, contro lo strapotere
e la cecità dei vari governi del Paese e delle loro
politiche di industrializzazione del Sud Italia,
completamente insensate e distruttive.
Questo grande
evergete moderno, a cui negli anni novanta fu dato
un alto riconoscimento per il contributo essenziale
per la valorizzazione della civiltà greco antica
dall’Accademia di Atene e la Fondazione per la
cultura greca di Atena, si è spento nel luglio del
2013 e, sebbene i risultati esiziali di queste
politiche sono sotto gli occhi di tutti, egli ci
lascia in eredità Magna Grecia, che, grazie
al suo strenuo impegno e alla sua dedizione alla
causa della protezione e conservazione delle
Antichità del Sud Italia, costituisce uno strumento
validissimo di consultazione e di ricerca a cui
attingere per trarre informazioni su quanto è stato
detto fino adesso, ed è fonte di idee su quanto si
potrebbe ancora fare per salvaguardare il nostro
Patrimonio nazionale e mondiale.
La rivista Magna
Grecia, che come quasi sempre va ricordato ad
ogni edizione, “non ha scopo di lucro”, ha ospitato
nelle sue pagine articoli contenenti rapporto di
scavo, risultati di ricerche e prospezioni, ricerche
storiche, articoli che testimoniano il succedersi di
eventi altamente culturali come i Convegni
Internazionali di Studi sulla Magna Grecia, i
Convegni Storici Calabresi organizzati dalla
Deputazione di Storia patria per la Calabria, gli
Incontri di Studi Bizantini, i Convegni Nazionali di
Archeologia Classica, i Congressi Internazionali di
studi sulla Sicilia Antica e tante altre
interessantissime attività, nonché articoli che
attestano traguardi di studi di linguistica e
dialettologia, con particolare attenzione ai
dialetti greci dell’Italia meridionale, e infine
articoli dedicati al ricordo e alla memoria di tanti
calabresi e degli studiosi di ogni provenienza, che
si sono prodigati per fare il bene testimoniando e
proteggendo il valore del Patrimonio culturale del
nostro paese
Scorrendo, dunque,
le pagine delle numerosissime annate della rivista,
edita in Calabria col concorso del Consiglio
Nazionale delle Ricerche, si leggono tra gli autori
degli articoli nomi come S. Ferri, P. Orsi e U.
Zanotti Bianco (di cui si pubblicano alcune
memorie), A. Frangipane, A.Karanastasis. G. Rohlfs,
D. Adamastenu, P. E. Arias, G. Monaco. L. Bernabò
Brea,, R. Cantarella, S. Settis, F. Zevi, P.G. Guzzo,
M. Marra Bagnasco, C. Diano, G. Cremonesi. G. Vallet,
E. Langlotz, D. Ridgway, M. Sakellariu, J. B.
Perkins, M. Pallottino, P. Themelis, G. Caputo, M.
Andronikos, O. Elytis (di cui si ricorda il premio
Nobel conferitogli nel 1979), P. Ebner, R. Peroni,
P. Zancani Montuoro, G. Colonna, G. Arrighetti, S.
Moscati, G. Clemente, G. Huxley, G. De Sensi Sestito,
D. Minuto. C. M. Lerici, L. Cavagnaro Vanoni, D.
Mertens, E. Greco, F. D’Andria, E. Lattanti. E.
Manni, F. Mosino, C.K. Williams, P. Scarpi,V. Di
Benedetto, O. Longo, D. Del Corno, G. Pugliese
Carritelli, G. Vallet, G. Garbini, B. Bilinski, M.
Cristofani, C. Belli e tantissimi altri.
Tutti costoro hanno
saputo rispondere all’accorato appello di Tanino De
Santis che, descrivendo la sua rivista come
“periodico aperto a tutti i problemi archeologici,
storici, artistici, culturali relativi al territorio
della Magna Grecia intesa da Napoli alla Sicilia
inclusa,(…) che pubblica notizie in materie
archeologiche utilissime oggi che, com’è noto, i
ritrovamenti di grande interesse restano per anni
sconosciuti in attesa di studio e restauro, ed è
libera tribuna a disposizione dei lettori” si
rivolgeva “ai custodi di antiche memorie, agli
studiosi, agli studenti, alle persone colte, a
quanti conoscono bene l’atmosfera di disinteresse
che nel Mezzogiorno troppo spesso accoglie e
mortifica le realizzazioni informate alla cultura e
all’arte”.
Al nome di De
Santis è legato anche il nome di un vaso greco, una
pelike a figure rosse detta “del pittore de
Santis” datata tra il 330 e il 320 a. C., trovato
durante una delle prime campagne di scavo promosse
dal dottor Agostino De Santis nei suoi terreni di
proprietà in Sibaritide e donato da Tanino De Santis
al Museo Archeologico Nazionale di Reggio Calabria.
A nominarlo così,
inserendolo nel filone stilistico della cerchia del
“pittore degli Inferi” è stato il professore Arthur
Dale Trendall, esimio studioso di ceramica greca
antica, fondatore della ricerca archeologica
classica australiana, socio dell’Accademia Nazionale
dei Lincei e della Pontificia Accademia di
Archeologia, scomparso nel 1995.
Due furono le
grandi passioni di Tanino De Santis, la campagna
calabrese e l’Antichità. Nel numero della rivista
del giugno 1978, così commentava una suggestiva foto
in bianco e nero della Piana di Gioia Tauro, il
territorio delle Saline, luogo di eremitaggio e
ascetismo per monaci bizantini, ricche un tempo di
ulivi secolari: “ i più colossali, antichi e nobili
ulivi delle coste del Mediterraneo freddamente e
inutilmente sacrificati da politicanti senza
scrupoli, all’insegna della più grande e vergognosa
impresa antiecologica di tutto il Mezzogiorno”.
Mentre nel numero
della rivista del dicembre 1977 commentava così una
foto di un vaso antico: “Vaso in bronzo proveniente
dalla Sibaritide, un tempo nella collezione del
barone Giuseppe Compagna di Corigliano C. ed ora
finito chissà dove”.
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pubblicato il 17 Settembre 2013
CIVITA...NOVA
VIVERE IL CENTRO STORICO
a Castrovillari dal 19 al 22
Settembre 2013:
Storia, Pittura, Fotografia, Artigianato, Musica,
Gastronomia, Teatro, Folklore
Quattro giorni di
manifestazione: 22 appuntamenti; 3 concerti, un
evento dedicato al folklore, 6 manifestazioni
collaterali, 3 mostre fotografiche, altrettanti
eventi di pittura, laboratori del gusto, vernacolo,
arte, musica, approfondimenti culturali, artisti di
strada. Oltre venti associazioni culturali
coinvolte, sei comuni del comprensorio (Civita,
Frascineto, Morano, Mormanno, San Basile, Saracena)
aderenti all’iniziativa organizzata dal Comune di
Castrovillari - attraverso il coinvolgimento diretto
dell’assessorato allo sviluppo delle attività
produttive, guidato da Nicola Di Gerio -, in
collaborazione con la Pro Loco di Castrovillari,
presieduta da Giovanni Amato, il patrocinio del
Parco Nazionale del Pollino e dell’Unpli Cosenza,
quattro associazioni di categoria (Cia, Coldiretti,
Confartigianato e Confesercenti) in rappresentanza
delle eccellenze enogatronomiche e artigiane
presenti nell’evento voluto per la valorizzazione e
la riscoperta del borgo antico del capoluogo del
Pollino quale immagine del marketing territoriale.
La manifestazione
“Civita..nova”, nata negli anni ’90 da un'idea
dell'Assessore Franco Pirrera, con l’intenzione di
rivitalizzare il centro storico, "la Civita", gode
anche del sostegno di molte attività commerciali e
imprenditoriali che hanno creduto nell’iniziativa -
nonostante i tempi di crisi - sposandone la portata
di rilancio dello sviluppo sostenibile della città e
del comprensorio, è stata presentata alla stampa,
nella sala Giunta, al primo piano di palazzo Gallo,
Lunedì 16 Settembre.

Sono questi alcuni dei numeri che rendono importante
la quinta edizione di Civita...nova, vivere il
centro storico, che partirà ufficialmente il 19
settembre alle ore 18.00 con il concerto di voci
bianche a cura dell’Associazione “Nova vox aurea” e
del Coro SS Medici diretto dal maestro Angese
Bellini.
Una quattro giorni ricca di
numerosi appuntamenti per soddisfare il palato di
ogni fascia della popolazione e che punta a creare
una rete istituzionale ampia capace di mettere
insieme le eccellenze dei territori per rilanciare
lo sviluppo sostenibile in questa porzione di
Calabria, puntando sulle radici identitarie dei
saperi e dei sapori del Pollino, annunciati da u
jettabannu che si servirà della voce di Giovanni
Pisani (di Khoreia 2000) per entrare in contatto
diretto con il pubblico.
Nei vicoli della “civita” - l’antico borgo della
Città di Castrovillari - saranno installati gli
stand del percorso artigianale e gastronomico che
realizzerà un vero e proprio tour del gusto e della
manualità che metteranno in mostra le ricchezze di
quanti hanno scommesso sul territorio per creare
impresa partendo dalle tipicità del comprensorio.
Sarà la voce di Fil Mama a riempire di sonorità
blues la serata del 19 settembre a partire dalle ore
21.30 in Piazza Castello.
Venerdì 20 sarà la II° edizione di “Civitaredda” -
rassegna musicale sulla fisarmonica dedicata al
maestro Romolo Gioffrè - ad aprire, alle ore 17.00,
la seconda giornata di Civita...nova a cui seguirà,
dalle ore 19.00, la prima Rassegna dell’arte di
Strada che vedrà protagonisti, tra gli slarghi e le
strade del borgo antico, Riccardo Pisani, Josè
Martinez Navarra, Gnegno e mr D, Gagà Esposito,
Gennaro Calone, Alessandra Favilene e Fatina
Colorina, prima del concerto dei “Trafficanti
d’Armonie” che regaleranno al pubblico presente le
sonorità etno.
Sabato 21 settembre: la giornata sarà aperta, alle
ore 10.30, dalla presentazione di “Sciugarfrì”, il
libro di Rosario Mastrota edito da Loquendo Editrice
Pavia, a cura di Dario De Luca.
Spazio agli approfondimenti
dei misteri e della storia della “civita” nel suo
cuore sacro con lo storico Gianluigi Trombetti per
le ore 16.00 con un tour guidato che si ripeterà
alle 10.00 di domenica 22 settembre con la visita
guidata alle chiese del centro antico. Alle ore
20.00 nel chiostro del Protoconvento Francescano
sarà il piano solo di Stefano Bellini a regalare le
atmosfere giuste per godere della magia del centro
storico, mentre in contemporanea nelle celle del
Castello Aragonese “Voci dentro” - spettacolo
sensoriale al buio - di Khoreia 2000 farà vivere il
maniero in maniera particolare.
Nella serata spazio al
folklore con “Tarantelle nella civita” - rassegna di
musica popolare - che vedrà protagonisti il “Gruppo
folklorico della Pro Loco” di Castrovillari, i
“Miromagnum” di Mormanno e “A pacchianedda
sansustisa” di San Sosti.
Domenica 22 dalle ore
9.00 la Civita ospiterà il mercatino delle pulci,
l’estemporanea di pittura, a cura di Salvatore
Diodati, dalle ore 10.00, la presentazione del libro
“All’ombra della torre” di Dedo Di Francesco nel
Castello Aragonese, alle ore 10.30, e gli antichi
giochi popolari, ore 11.00, nel piazzale antistante
il Protoconvento Francescano a cura del Gruppo
Archeologico del Pollino. Nel pomeriggio la
premiazione della IV edizione del Concorso nazionale
di Narrativa storica inedita “Leggenda italiana:
storia popolari di uomini e di mondi” a cura
dell’Associazione Sifeum, nel Castello Aragonese,
alle ore 19.00: la farsa dialettale
“Zi franciscu, cuma Maria e Carmaledda” a cura del
Centro Arte e Cultura 26 con Maria Zanoni, Carmen e
Franco Pirrera.
La manifestazione sarà
conclusa dagli Almamegretta con il concerto alle
21.30 in piazza Castello per la tappa del Controra
tour 2013.
Durante tutto l’arco della manifestazione saranno
attive “La sartoria”, il salotto in situazione off
con “Spighe e Spine”, la “Putìa” a cura di Stefania
Monaco e Antonio Oliva, che realizzeranno anche i
laboratori del gusto (aperti su prenotazione a max
40 partecipanti) per approfondire birre artigianali,
lieviti, farine e oli, le mostre fotografiche
“Luoghi ed edicole devozionali nel centro antico di
Castrovillari” (protoconvento francescano), “Mostra
in omaggio ad Audrey Hepburn” a cura di Enzo Bruno
(Sala museale del castello aragonese), “Obiettivo
carnevale”. Sarà la Scuola superiore di Musica “F.
Cilea” a realizzare i percorsi musicali nei vicoli
del centro storico, mentre Sifeum e Mystica Calabria
organizzeranno visite guidate ed animazione in
costume d’epoca nel Castello Aragonese. L’Accademia
Pollineana, invece, promuoverà il “Muro-movie” sui
paesaggi calabresi ed i temi della letteratura
storiografica meridionalista che trasformerà le
architetture della civita in cinema all’aperto. Ed
ancora la personale di pittura di Fabio Maestripieri
“Paesaggi di passaggio”, “Novart” mostra ed
estemporanea di pittura e scultura a cura di “Nativa
- cantiere creativo” con la collaborazione di Franco
Zaccaro e la proiezione video di Fedele Tocci e
Stefano Contin, e la collettiva “Luoghi nel centro
storico” a cura di Saverio Santandrea, formeranno il
potpourri davvero ampio che sarà realizzato nel
corso della manifestazione per vivere e gustare la
civita come borgo delle eccellenze enogastronomiche,
artigiane, artistiche, culturali, associative,
produttive, intelligenti e dinamiche della città e
del comprensorio del Pollino.
Nella foto
da sin: Franco Pirrera, coordinatore della
manifestazione, Gerardo Bonifati, direttore
artistico Pro Loco, Maria Zanoni, presidente
Arte26, promoter territoriale, Nicola Di Gerio,
Assessore Attività Produttive, Mimmo
Pappaterra, presidente Parco Pollino e
Giovanni Amato, presidente Pro Loco.
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