Centro Cultura e Arte 26 - Ricerca antropologica etnofotografica e promozione beni culturali, arte, tradizioni di Calabria

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ANTICHE RICETTE


 

 

DOLCI TIPICI DI NATALE IN CALABRIA

Ricette della tradizione mediterranea

Modi di preparazione


Le crespelle - Dette anche vecchiarelle. Nella padella, 'a tiàna, colma d'olio bollente, s’immergevano con cura piccoli pezzi di pasta lievitata, arrotolati, crispèlle o cuddurièlli, si rigiravano per farli dorare dalle due parti e poi si riponevano nello scolapasta per lasciar sgocciolare l’olio. Ancora caldi, venivano riposti in un grande piatto fondo e consumati semplicemente, oppure con zucchero o miele.

 

 

 

 

 

 

Vecchiarelle, crespelle a forma di pallina ricoperte di mostocotto.

 

 

 

 

 

 

 

 

I cannarìculi - detti anche crùstuli (dal latino: dolce) o turdìlli, avevano forma di grossi gnocchi, preparati impastando la farina con un misto di olio e vino bianco, fritti e passati nel mosto cotto o nel miele di fichi.

 

 

 

 

 

La giurgiulèna o cumbìttu si preparava facendo cuocere nel miele, a fuoco lento, i semi di sesamo con mandorle tostate a pezzetti. Si versava il composto bollente su un piano di marmo e si schiacciava con la buccia di mezza arancia, per stenderlo prima di tagliarlo a tocchetti romboidali.

 

 

 

 

 

Le scalìdde o scalìlle, in alcune zone erano dette anche turdìddi. Dall’impasto, non troppo molle, di farina con tuorli d’uovo, albumi montati a neve, zucchero e liquore d’anice venivano ricavati dei cilindri sottili di pasta, che mani esperte avvolgevano a spirale, a forma di scala, intorno ad un bastoncino di canna, e poi schiacciavano leggermente su un cestino di giunco o sul “pettine” del telaio per rigarli e decorarli, prima di immergerli nell’olio bollente.

 

 

 

Mustazzùli o susumèlle, nel castrovillarese dette ciotarèdde, erano preparate impastando farina, uova e mandorle spezzettate con mosto cotto o miele di fichi; dall’impasto ottenuto veniva stesa una sfoglia alta circa un centimetro, da cui venivano tagliati pezzetti di forma romboidale, cotti al forno e poi spennellati con glassa di zucchero e albume d’uovo o di cioccolato.

 

 

 

 

 

La ciciràta o cicirchiàta richiedeva la preparazione di un impasto alquanto morbido di farina, zucchero, tuorli e albumi montati a neve, lavorato a bastoncini da tagliare a pezzetti della grandezza di un cece, che, fritti in abbondante olio, venivano passati nel miele.

 

 

 

 

 

 

Pitta 'mpigliata - Si prepara arrotolando strisce larghe di pasta, preparata impastando la farina con una parte di olio e una di moscato, su un ripieno fatto di noci tritate, uvetta, fichi secchi tagliuzzati, cannella in polvere amalgamati con miele.

Le spirali poi si sistemano a forma di torta e si cuoce in forno.

 ©  Autore Foto: Maria Zanoni  
 
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