A Verbicaro, un paese dell'entroterra tirrenico
cosentino, ogni anno il 1° luglio, si rinnova il
rito arboreo dei “Zigni, al grido festoso di
"evviva la Madonna delle Grazie".
La sera
della vigilia della festa patronale che ricade il 2
di luglio, dopo la celebrazione dei vespri solenni,
lungo lo stesso percorso della processione si svolge
la suggestiva fiaccolata dei "zigni",
ceppi di legno resinoso accesi, portati a spalla
dai devoti, fino in piazza Cava. E’ molto toccante
il momento in cui la processione della statua della
Madonna, all’incrocio tra via Roma e via XXIV
Maggio, s’incontra con la fiaccolata dei zigni.
Momenti
culturalmente significativi che investono la sfera
emotiva della popolazione, oltre che quella sociale
ed economica caratterizzano questo rito che affonda
le sue radici nei
rituali propiziatori del fuoco.
In
tempi assai remoti, al fuoco veniva attribuita una
funzione catartica. Era il mezzo con cui l’uomo
esprimeva il suo bisogno di dominare le forze della
natura ed esorcizzare l’ignoto. La luce che vince le
tenebre.
Probabilmente all'origine di queste feste c'è il
mito del fuoco che Prometeo rubò agli dei, per
restituirlo agli uomini cui Zeus l'aveva sottratto
per punirli della loro empietà.
Per punizione del suo gesto, Prometeo è incatenato
ad una rupe del Caucaso, dove ogni giorno un'aquila
gli mangiava il fegato, che ricresceva durante la
notte rendendo il supplizio eterno.
Secondo
diversi studiosi i riti del fuoco sarebbero da
mettere in relazione con ancestrali rituali di
fertilità, riconducibili a culti dionisiaci
diffusi in tutto il Mediterraneo.
Ma la
Chiesa non accettò i riti della fertilità ed i
fuochi magici in cui vedeva una chiara eredità
pagana. E, non potendo eliminare del tutto queste
usanze così radicate nella vita dei contadini, cercò
di attribuirvi una connotazione cristiana.
In
questi rituali, ricchi di valori fortemente
condivisi, il cristianesimo trasforma i miti pagani
mediterranei. A fianco agli aspetti di progresso
culturale e tecnologico permangono influenze delle
diverse arcaiche tradizioni.
E le
tradizioni parlano il linguaggio dell’identità
culturale delle popolazioni. Un rito, questo dei “zigni”,
capace di trasmettere emozioni e sentimento
religioso, di generazione in generazione.
Infatti, molti sono i giovani coinvolti in questa
festa.
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