I sepolcri, chiamati anche piatti della Madonna, iniziano la liturgia della Settimana Santa.

I "piatti della Madonna"

Il Sepolcro nella Chiesa della Trinità a Castrovillari

Già dal primo venerdì di Quaresima le donne in alcuni contenitori riempiti di terriccio o di stoppa seminano grano, lenticchie, ceci ed altri cereali che custodiscono in un luogo buio ed innaffiano ogni due giorni.

I Sepolcri esposti nella Chiesa di San Pietro a Morano Calabro

Al riparo dalla luce, le piantine crescono di colore paglierino e saranno portate in omaggio all’altare della Madonna Addolorata il Giovedì santo.

Questi piatti antica reminiscenza dei pagani riti di Adone, Dio della vegetazione,   come pure le palme che si benedicono la domenica precedente, simboleggiano la morte e la resurrezione, il culto della fecondità (ne è simbolo l’uovo con cui si adornano i tortini di pane), la semina e la mietitura.

Il sepolcro arbereshe nella Chiesa dell'Assunta a Frascineto

Traccia di questo mito dello spirito del grano è riscontrabile probabilmente nel gruppo dei mietitori di Morano Calabro; e nell’antica usanza di modellare il pane a forma di divinità (‘u cìciu)  o di animali (la colomba pasquale dei giorni nostri).

L'ultima cena nella chiesa di S. Pietro a Morano

Il sepolcro al Calvario di Nocera Terinese

Il giovedì santo le chiese che espongono i sepolcri restano aperte anche di notte e, dopo la messa in cui il sacerdote procede alla lavanda dei piedi dei dodici chierichetti, che impersonano gli apostoli, inizia il suono a lutto della tròccola ; le campane suoneranno a festa il giorno della Resurrezione.

Un'antica  tròccola nella chiesa di S. Pietro a Morano

Il rituale della lavanda dei piedi, che per molti anni era stato sospeso, venne ripristinato nel 1959 da Papa Giovanni XXIII, per riproporre l’evento evangelico dell’Ultima Cena: ogni chierichetto riceve un pane benedetto, a forma di ciambella (cullùra o cuzzupa).

L'offerta del pane benedetto agli apostoli - chiesa di S. Pietro - Morano