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Palmenti
Indice Libri
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I
palmenti - Tracce di cultura materiale in Calabria
collana Percorsi mediterranei
Argomenti:
-
La civiltà
contadina
-
Il paesaggio agrario
nei secoli
-
La crisi delle
campagne a fine Ottocento
-
Il malcontento dei
contadini
-
Fame di terra
-
Le lotte contadine
-
La Riforma agraria
-
La viticoltura nei
secoli
-
Tracce di cultura
materiale sulle orme dei Bizantini
-
I palmenti della
Locride
-
I palmenti nella
valle del Neto
-
L'antico palmento di
Belvedere
-
Il palmento nella
terra dei Brettii
-
I palmenti in grotta
alle falde del Pollino
-
Antiche tecniche di
vinificazione
-
La tradizione dei
panicelli
-
Bacco e Venere
Introduzione
«La Collana
Percorsi Mediterranei fa parte di un progetto editoriale del
Centro d'Arte e Cultura 26 volto alla promozione culturale
ed a valorizzare aspetti e tracce della cultura
mediterranea, meno conosciuti e poco valorizzati. Le foto
che corredano il volume, sono strumento d'indagine
etnoantropologica, documento che restituisce alla memoria
luoghi e momenti di storia passata e presente. Sono fonte di
conoscenza, scientificamente rilevante e preziosa, capace
con il loro linguaggio di trasmettere informazioni e nello
stesso tempo emozioni.»
«In questi percorsi,
sulle orme di antiche civiltà che hanno attraversato la
Calabria, si persegue l'obiettivo di raccordare ambiente e
paesaggio con le determinazioni storiche e culturali. Di
fronte all'inestimabile patrimonio di beni culturali che la
regione possiede, la conoscenza, e quindi valorizzazione, si
pone in rapporto consequenziale con il presente dei
territori.»
«Una lettura integrata e
comparata dei territori, nelle sue componenti
etnoantropologiche, oltre che storiche, va nella direzione
di un continuo dialogo tra cultura, civiltà e popolazione.»
«Bisogna riappropriarsi
delle proprie radici, per aprirsi alle offerte della società
interculturale. I beni culturali sono una preziosa risorsa
identitaria, per progetti d'investimento sul turismo
culturale, fonte di sviluppo locale sostenibile, per
favorire la tutela dell'ambiente e fornire opportunità
economiche.»
«Un vero sviluppo parte
dalla valorizzazione della cultura del territorio.
Innovativi progetti di riqualificazione ambientale, con
percorsi di conoscenza del territorio che permettano di
rileggere le testimonianze della cultura materiale,
significative per il loro valore storico, in luoghi rimasti
intatti, dal fascino particolare, dove s'incontra la
genuinità dei rapporti umani, rappresentano la risorsa
ideale per le nuove forme di turismo culturale alternativo,
in un futuro in cui questi beni possano divenire veicolo di
conoscenza e di comunicazione scientifica e didattica.»
«Sono necessari progetti
che propongano nuovi modelli di valorizzazione e fruizione
dei beni culturali e delle risorse del territorio, oltre che
un sistema in cui l'agricoltura svolga in modo efficace e
concorrenziale un ruolo multifunzionale, in stretta
correlazione con il commercio, la ristorazione, il turismo,
la cultura (costumi e tradizioni) ed il paesaggio.»
«Tra gli obiettivi di
una nuova politica economica deve rientrare la
valorizzazione del legame con il territorio e la promozione
dei prodotti più rappresentativi della nostra produzione
agricola. Per recuperare e rinnovare un patrimonio
importante e prezioso di cultura materiale, fatto anche di
"sapori" e "saperi", servono concrete proposte ai turisti,
ma anche agli stessi calabresi, di una serie di itinerari
culturali ed enogastronomici, per scoprire o riscoprire gli
angoli più belli della regione nel loro stretto legame con i
beni culturali ed i prodotti della terra.»
«Non bastano slogan per
rilanciare l'immagine della regione. Sono necessari
interventi, che comportano investimenti ingenti e una
politica sinergica ed integrata del territorio. Oggi, i beni
culturali sono passati da un riduttivo modo di pensare ad
essi solo come un insieme di risorse da catalogare,
conservare e ammirare, ad essere considerati elemento da
utilizzare per innescare anche processi di valorizzazione
economica. Salvaguardia e promozione dei beni culturali
passano soprattutto da circuiti economici e sociali, a
livello nazionale e locale, in sinergia con attività
terziarie, secondarie, primarie e mirate operazioni di
marketing territoriale, in funzione di un'industria
turistica da modernizzare nelle sue modalità di
comunicazione e organizzazione.»
«Il binomio sole e mare,
senza cultura, muore.»
«E la triade cultura,
sole e mare, non sopravvive senza infrastrutture, senza il
rispetto del territorio, delle sue minoranze, senza il gusto
della riscoperta delle nostre tradizioni culturali, senza
sicurezza e legalità.»
«Usi e costumi della
tradizione contadina non sono del tutto scomparsi, si sono
trasformati. L'avvento della rivoluzione industriale ha
messo parzialmente da parte la civiltà agro-pastorale ed ha
spogliato l'uomo della sua stessa identità, delle sue radici
lontane, importanti da conservare, onde evitare di
compromettere gli aspetti più significativi del suo
patrimonio genetico.»
«I valori culturali,
antropici, sociali, religiosi, economici della antica
civiltà contadina sono per le giovani generazioni risorsa
identificante, validi insegnamenti, per comprendere il
processo evolutivo della nostra società attraverso i tempi,
necessari alla costruzione di un futuro saldamente fondato
sul senso unitario del vivere, lontano dall'individualismo e
dal mito del primato economico. Oggi, dunque, si può essere
attori di un nuovo processo di cambiamento, costruttori di
nuova cultura, anche riscoprendo le radici della civiltà
contadina, per conoscere e tutelare la qualità e tipicità
delle produzioni locali, potenziare la vocazione agricola
del territorio, adeguandola alle nuove tecniche colturali,
per salvaguardare l'ambiente e rispettare le bellezze
naturali.»
«La natura calabra
regala una sinfonia unica di colori, odori, suoni. Qui anche
le pietre raccontano storia a chi sa vivere in maniera
intensa e gioiosa un nuovo rapporto col territorio, a chi è
attento e sensibile alla cultura dell'ambiente e dei luoghi.
L'analisi storico-antropologica del territorio, sui dati
delle ricerche archeologiche e sulla base di fonti
documentarie, è qui riferita ai palmenti, ingegnosi
manufatti per la vinificazione, simboli d'identità di un
popolo, legati allo sviluppo dell'economia e della cultura
del vino, nel contesto culturale del territorio calabro. La
coltura della vite, insieme a quella dell'olio e del grano
ha rappresentato la triade mediterranea di vitale
importanza, elevata fonte di reddito per le società passate.
In questo lavoro sono documentati i palmenti identificati
nelle zone a più intensa vocazione vitivinicola,
dall'antichità ai tempi recenti: la vallata del Bruzzano e
del Bonamico nella Locride, la valle del Neto e il
territorio intorno a Cirò, gli altipiani dal Pollino alla
Sila e la costiera tirrenica.»
«Il palmento,
primordiale industria di trasformazione dei prodotti
agricoli (uve e cereali), è un bene culturale importante per
indagare la centralità che il territorio assunse nelle
relazioni economiche e civili del Mediterraneo e ancor più
per indagare le nostre radici, i rapporti tra i contadini e
la terra, gli articolati processi di appropriazione del
territorio, di difesa e organizzazione del lavoro agricolo e
le trasformazioni dei sistemi produttivi.»
«Il Medioevo è
un periodo storico ampiamente conosciuto per le sue vicende
politiche, religiose e artistiche, ma ancora oggi oscuro per
molti aspetti della vita economica e quotidiana. Sta
muovendo i primi passi l'indagine sugli insediamenti
rupestri, le grotte senza affreschi, che nei tempi passati
sono state abbandonate al degrado ed alla distruzione. Molte
testimonianze di un importante fenomeno insediativo,
caratteristico del Meridione, sono andate perdute per
sempre, sotto l'onda incalzante dell'espansione urbanistica.
Manufatti come grotte, strade, impianti agricoli sono
significativi per lo studio della cultura materiale, allo
stesso modo come castelli, torri costiere e chiese,
manifestazioni più auliche che trovano riscontro nella
documentazione scritta. L'esigenza di comprendere sempre più
globalmente la storia, la microstoria, è stimolo ad indagini
su ambienti meno appariscenti che affondano le loro origini
in epoche remote.
I primi insediamenti, la coltivazione, la
colonizzazione, le frequentazioni del territorio nel tempo
sono il presupposto per l'affermazione di un diritto di
appartenenza, di un processo di appropriazione che va
conosciuto. I ruderi che sopravvivono nelle campagne
raccontano la storia delle masse contadine, per troppo tempo
trascurate, che hanno segnato le tappe di una cultura che ci
appartiene.»
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