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TRADIZIONI POPOLARI
Feste Patronali
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LA FESTA DELLA MADONNA DEL CARMINE
un'antica tradizione a Morano Calabro - CS -
Le feste popolari nascono dalla sfera spirituale ed
ideologica di un popolo che in esse rivive i momenti
più significativi della sua storia.
Nei rituali delle feste popolari, che in molti paesi
sopravvivono alle cancellazioni del tempo, sono
presenti antichi valori umani ed elementi
culturalmente significanti per conoscere il nostro
passato remoto e ritrovare il nostro senso di
appartenenza, nella società consumistica odierna.
Nella società post-industriale molti riti sono
scomparsi e molti hanno subito trasformazioni
rispetto alle ritualità folkloriche tradizionali,
assumendo talora l'aspetto di sagre ed animazioni
etnoturistiche, in cui si mescolano iniziative di
carattere devozionale, paraliturgico, culturale,
artistico.
Ma in alcuni paesi della Calabria alcuni rituali,
credenze e comportamenti che si ripetono annualmente
manifestano un collettivo anelito di gioia e di
senso religioso.
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Tra questi la festa della Madonna del Carmine:
un fenomeno di fede, tradizione e folklore,
variegato, corale, che coinvolge anche tanti
giovani, in un contesto culturale da tempo
laicizzato, dove la pratica religiosa versa in
profonda crisi.
La straordinaria partecipazione di folla ai riti
tradizionali è testimonianza di profonda fede,
retaggio storico della pietas cristiana popolare,
che va straordinariamente sempre più rinnovandosi.
La storia della devozione alla Madonna del
Carmine ha radici lontane nel tempo: il titolo
del Carmelo ricorda l'eredità spirituale del profeta
Elia ed il tempio, dedicato alla Vergine Maria,
eretto sul monte Carmelo in Palestina, tra il Golfo
di Haifa sul Mediterraneo e la pianura di Esdrelon.
Dal secolo XII quando il Pontefice Giovanni XXII
emanò la Bolla Sabatina, in seguito all'apparizione
della Vergine del Carmelo, il culto carmelitano si
diffuse enormemente in Italia.
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La diffusione dei Carmelitani in Europa si verificò
soprattutto per opera dei reduci crociati; ed il
culto della Madonna del Carmelo dilagò assieme
all'attività dei Carmelitani che predicarono ascesi
e penitenza con particolare zelo apostolico.
Nacquero allora numerose chiese intitolate alla
Madonna del Carmine (o del Monte Carmelo).
In molti paesi della Calabria la Madonna del
Carmine si festeggia il 16 di luglio, spesso
come patrona.
A Scalea la Madonna del Carmine, patrona
della città, si festeggia solennemente fin dal 1885,
da quando, si racconta, avrebbe salvato la
popolazione da una terribile epidemia di colera.
I festeggiamenti in onore della Vergine del Carmine
toccano momenti di grande solennità, come l'offerta
da parte del sindaco di un cero votivo ornato di
spighe di grano e ramoscelli d'ulivo, simboli di
prosperità e di abbondanza.
Suggestiva, poi, la processione che si snoda lungo
le strade della cittadina tirrenica per le
caratteristiche "cinte", piccole intelaiature di
legno intorno alle quali vengono sistemate delle
candele decorate, offerte alla Madonna come ex voto,
che le donne portano sul capo.
La processione ruota attorno alla "Chiesa di sopra"
o di S. Maria d'Episcopio, meglio conosciuta come
"Madonna del Carmine" il cui primo nucleo risale
all'VIII sec, ricca di monumenti e opere d'arte.
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A Morano Calabro, uno dei 50 Borghi più belli
d'Italia, la devozione verso la Vergine del Carmelo
è fortemente radicata.
La processione parte dalla Collegiata della
Maddalena, una delle chiese barocche più belle della
regione, adiacente alla quale è la chiesa del
Carmine e attraversa le pittoresche stradine del
paese abbarbicato come un presepe su un colle alle
falde del Pollino.
La statua di Santa Lucia precede quella della
vergine del Carmelo, ed una folla immensa innalza
canti e preghiere, intervallate dalle note della
banda musicale.
In occasione della festa tornano gli emigranti e tra
canti, musica e convivialità si perpetua un rituale
che ha di sacro e profano.
Proprio gli emigranti ritornano in paese con
il desiderio di riabbracciare i parenti e
riassaporare i cibi "paesani" che hanno assunto
nella loro fantasia, alimentata dalla nostalgia,
speciali sapori, odori e colori.
Durante la festa alla fiera o al mercatino possono
acquistare prodotti tipici locali e portarsi nei
luoghi di residenza, al rientro, un "pezzo" di
Calabria.
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La sopressata, il peperoncino, l'origano,
l'olio, il vino, la ricotta secca
nelle grandi città del nord, all'estero, hanno
un altro sapore ed un diverso valore per l'emigrato.
Per il calabrese che vive lontano dalla sua terra,
anche quando ha più possibilità, maggiori scelte e
nuovi comportamenti alimentari, nelle comode
abitazioni di città, gli odori, i sapori che evocano
la tradizione, le essenze del paese vengono
mitizzati e assumono forti valenze identitarie.
Per il calabrese, che si è trasferito in altre terre
per costruirsi una vita migliore, disposto a
sopportare privazioni e disagi per il bene della
famiglia, la nostalgia ed il ricordo del paese si
legano indissolubilmente ai prodotti della propria
terra.
La cadenza estiva e il ritorno degli emigrati fanno
di questo appuntamento non solo una semplice festa
ma un vero e proprio avvenimento sociale con
funzioni di aggregazione comunitaria, di conoscenza
e apprezzamento dei prodotti tipici locali, di
economia turistica rilevante.
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© Autore
foto: Maria Zanoni - processione Madonna del
Carmine - Morano - 2005 |
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