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TRADIZIONI

Giostra agnello


 

LA GIOSTRA DELL'AGNELLO

lo shtjerri, tradizione arbëreshe a Spezzano Albanese (CS)


Lo Shtjerri, tradizionale “giostra dell’agnello”, appartiene al prezioso patrimonio culturale di Spezzano Albanese che va conosciuto e degnamente valorizzato.

Il rito carnascialesco spezzanese (che si svolge il martedì di carnevale) è coevo e analogo ad altri tornei, di derivazione medioevale, diffusi in tutta la penisola, e soprattutto nel regno di Napoli, sin dal Seicento.

 

 

La tradizione dello “Shtjerri” vive nel presente e, con le varianti che ne sono parte consustanziale, affonda le radici nel passato, nella cultura del popolo arbëresh, in cui si riscontra la forma sistematica di un sapere collettivo.
Il torneo cavalleresco potrebbe essere una forma, rivisitata in chiave medioevale, degli antichi riti propiziatori legati al ciclo della natura ed ai lavori agricoli.
 
 
Nella società medioevale giostre e tornei erano il mezzo con cui si festeggiavano gli avvenimenti più graditi (il carnevale e le feste patronali), un'occasione per invertire temporaneamente i ruoli sociali. Il mito carnevalesco dell’inversione dei ruoli fa sì che popolani e nobili si divertano a mescolarsi tra la folla festante.

Ma il torneo non è soltanto un gioco o un apparato cavalleresco scenografico, è anche segno di distinzione ed espressione di potenza del casato nobiliare.
 

 Elementi laici e componenti religiose confluivano in un rito collettivo che nasceva dalla sfera spirituale ed ideologica del popolo. Nella stessa occasione si intrecciavano momenti penitenziali, di purificazione, e momenti di gioia (morte e resurrezione).
 
 Le giostre carnevalesche, col sacrificio dell’animale, con il sangue (che sia d’agnello, come a Spezzano, che sia di maiale, come a Cassano, o di castrato come a Longobucco, gallo o tacchino a Palo del Colle, appartengono anch’esse ai riti propiziatori di purificazione ed espulsione delle forze malefiche, di origine pagana, in cui la tradizione cavalleresca si fonde col mito agrario.
La festa diventa rito propiziatorio e la sua riuscita presagio del futuro raccolto in una terra ad economia prevalentemente agricola.
 Nella gara dell'anello (equis anulum currere) quante più volte il cerchio di metallo, appeso al naso dell’animale, simbolo di fecondità, viene infilzato, tanto più sarà abbondante il raccolto.
 Il gesto del cavaliere, che galoppando di corsa deve riuscire ad infilare la lancia nell’anello, è simbolo di fecondazione, diventa metafora della terra fecondata che porterà buoni frutti.
 
 Un rituale che vuol essere simbolo di abbondanza, ma non esclude una (più o meno latente) componente sessuale.
 Cavalcate cerimoniali, tornei e giochi d’arme, anche a Spezzano, come a Stilo, come a Siena, a Oristano ed in tanti altri paesi hanno derivazioni iberiche, oltre che autoctone.
 Già molto numerose durante i secoli XII e XIII, in tutte le città grandi e piccole, nella seconda metà del Cinquecento le giostre risentono delle nuove idee sociali e politiche.
 Nel 1600 vigeva ancora un rigido sistema feudale fondato sulla netta divisione tra le classi sociali.

 

 

Da una parte i feudatari e i loro dignitari che esercitavano un potere assoluto, dall’altra il popolo “fedele vassallo” sottoposto ad ogni forma di angherie, gravato da balzelli e da tasse.
 La seconda metà del Seicento è l'epoca delle grandi giostre barocche, con le quali la nobiltà locale ribadiva la sua supremazia sugli altri ceti sociali. Gare e giostre cavalleresche, con grandi tavolate finali, sono testimonianza di complessi processi di natura sociale e psicologica, pienamente incardinati nelle dinamiche relazionali e multilaterali delle società di tutti i tempi.
 
 Tali manifestazioni, dal carattere fortemente agonistico, erano importantissime anche sotto il profilo economico, in quanto incrementavano le fiere stagionali, che rappresentavano momenti di festa, di contatti e di incontri.
 E tradiscono un’autentica tradizione agro-pastorale, in cui agnello e cavallo avevano grande importanza nell’economia del territorio. Il vero soggetto protagonista di giostre, tornei e palii, in effetti è il trinomio cavaliere-cavallo-agnello.
 

 

Con il loro linguaggio simbolico e comunicativo queste manifestazioni, inglobando le più antiche espressioni della festa aristocratica e popolare, davano la dimensione della dinamicità della società del tempo.
 
 In questi rituali che sopravvivono alle cancellazioni del tempo, sono presenti antichi valori umani ed elementi culturalmente significanti per scavare nel nostro passato remoto e ritrovare il nostro senso di appartenenza.

 

©  Autore foto: Maria Zanoni

 

 

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