FESTIVAL del DIALETTO e LINGUE MINORITARIE di
CALABRIA
VOCI, COLORI E
SAPORI DEL DIALETTO
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Un grande evento internazionale, patrocinato dal
MiBAC-Soprintendenza SAbap CS, dalla Regione Calabria, dalla
Provincia di Cosenza, dal Parco Nazionale del
Pollino, dal Comune di Marcellinara -CZ- (Città
gemellata con il Festival, dal Comune
di Castrovillari e altre Amministrazioni Comunali.
Nel segno del Dialetto, prezioso patrimonio da
conservare, va il Festival del Dialetto e Lingue
minoritarie di Calabria “VOCI, COLORI E
SAPORI DEL DIALETTO”.
Il Festival itinerante, ideato
da centro Cultura e Arte26, è partito nel 2010 da Castrovillari con
un Convegno di presentazione “Lingua, radici e
territorio - aspetti antropologici e culturali”,
per fare tappa nei più suggestivi centri storici
regionali con Recital di poesia dialettale,
premi di fotografia e pittura “I colori del
Dialetto nell’Arte”, Concorsi Letterari e
rappresentazioni teatrali in dialetto calabro,
lingua arbereshe, occitana e grecanica di Calabria
nelle antiche piazze.
Ogni appuntamento si conclude
con percorsi del gusto, dove si possono
degustare i prodotti tipici regionali, in
dimostrazioni enogastronomiche, spiegate
rigorosamente in dialetto del luogo.
Una novità nel panorama culturale della
Regione: un festival del dialetto che accorpa in
un’unica manifestazione vari aspetti della parlata
calabra e delle Lingue di minoranza, con pari
dignità. Un evento legato, tramite il concorso
letterario, agli emigrati in Argentina. Le opere che
la Giuria ritiene più meritevoli vengono raccolte in
Antologia e tradotte in Spagnolo per essere diffuse
tra le associazioni di calabresi emigrati
nell'America Latina.
Il Festival favorisce la conoscenza, la
promozione e la conservazione di un patrimonio
linguistico altrimenti in via di estinzione.
Il dialetto è
inteso come lingua madre
e non come vernacolo tout court, per
celebrare l’identità, le tradizioni, attraverso il
teatro, la musica, la pittura e la poesia.
Lo studio del dialetto tra storia e memoria, per la
tutela della lingua delle nostre radici e per la
conoscenza e conservazione delle tradizioni
popolari, della storia
e delle risorse del territorio.
La cultura del dialetto e delle Lingue Arbereshe,
Occitana e Grecanica in chiave antropologica,
letteraria ed artistica.
Attraverso la lingua si conosce la storia di una
comunità, di un territorio ben inseriti in un comune
contesto nazionale.
Il dialetto calabro, forma di socializzazione
primaria fino alla seconda metà dell'Ottocento, ha
derivazioni antichissime e presenta istanze
storiche, artistiche ed antropologiche che meritano
particolare attenzione.
La specifica parlata storicamente utilizzata
nell’area settentrionale ed in quella meridionale
della Calabria rappresenta
per le comunità emigrate, elemento d’identificazione
e di legame con la terra d’origine.
E proprio dall'Argentina è arrivato il primo segnale di
interesse per questo evento.
La tutela e la promozione dei dialetti e
delle parlate locali, oltre che delle lingue
minoritarie Arbereshe, Occitane e Grecaniche di
Calabria, rappresentano un contributo importante
alla costruzione di un'Europa fondata sui principi
del rispetto delle diverse identità culturali,
mantenendo e sviluppando le tradizioni presenti sul
proprio territorio.
L’evento
coinvolge i giovani in un processo culturale
che spazia su vari fronti: dagli usi e costumi
popolari, alle tradizioni enogastronomiche ed alle
produzioni artigianali, ai prodotti tipici, tutti
legati alla parlata del luogo.
I vicoli, le piazzette ed gli antichi fondachi dei
Centri storici, nel fare da palcoscenico
naturale alle varie rappresentazioni, rivivono e
riacquistano la dovuta dignità, invogliando al
turismo culturale di qualità, e offrendo emozioni
particolari con gli antichi portali, i palazzi
storici, le chiese, le fontane, i castelli, tutti
beni culturali che raccontano storie e leggende,
soprattutto in dialetto, a cominciare dalla
toponomastica.
Un patrimonio da conoscere e tutelare, per
scongiurarne la scomparsa.
Con questo Festival a respiro non solo
regionale, ma internazionale, si vuole
allargare l’orizzonte alle varie realtà dialettali,
cosicchè diventi habitus la conoscenza della
lingua delle proprie radici.
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