L'antica colonia di Lokroi Epizephyrioi fu fondata poco dopo la nascita
di Kroton, nel 709 a.C.
Tra le cittą pił importanti della Magna Grecia, Locri Epizefiri diede i
natali a Zaleuco, autore del primo codice di leggi corredato delle
relative pene, e a Nosside, emula di Saffo e maggiore poetessa della
Magna Grecia.
La vasta area del Parco Archeologico di Locri permette di ripercorrere
4000 anni di storia, dall'etą del bronzo al periodo tardo antico. Le pił
antiche testimonianze, anteriori alla colonizzazione, sono ascrivibili
all'etą del bronzo e del ferro. Seguono i numerosi resti della cittą
greca: le mura, i santuari, gli edifici civili. Gli scavi pił recenti
hanno riportato alla luce opere dell'etą romana e tardoantica, le pił
tarde delle quali risalgono al VII secolo d.C.
Il Parco Archeologico, istituito nel luglio del 2006, si trova a circa 4
km a sud dell'odierno centro abitato di Locri. L'ingresso č direttamente
accessibile dalla SS 106 Ionica. Si tratta di un museo all'aperto ideato
per valorizzare l'immenso patrimonio archeologico dell'area, suddiviso
in aree:
il quartiere abitativo-artigianale di localitą Centocamere,
Centocamere rappresenta parte del sito
archeologico di Locri Epizefiri che dą sulla costa. Costruito nel VII
secolo a.C. č formato da un piccolo tempio dedicato alla dea Afrodite.
La struttura č composta da diversi ambienti tra cui un portico ed un
cortile centrale;
la Stoą (struttura
porticata) in forma di U;
il teatro del IV secolo a.C., oggetto di interventi anche in etą romana.
Attraversando il percorso museografico si ritroverą la sala dedicata al Santuario
di Persefone presso
localitą
Manella,
dal santuario di Persefone,
sito in contrada Mannella, provengono alcuni pinakes votivi
(tavolette di argilla a rilievo bassissimo, spesso colorate), oltre alle
statuette della dea o di fanciulle offerenti, ceramiche corinzie, rodie, laconiche e calcidesi,
ma soprattutto attiche dal VI secolo a.C. in poi,
quelle dell'area sacra di Marasą,
con i resti del
Tempio,
attribuito alla dea
Afrodite,
dea della bellezza e dell'amore, che i romani identificarono con Venere,
considerata la maggiore divinitą dell'area locrese; quella
di Centocamere e
quelle di localitą Parapezza riferibili
al Santuario di Zeus e Demetra.
Il santuario venne costituito, probabilmente, verso la metą del VII sec.
a.C. (quindi non molto tempo dopo la fondazione della polis). Dello
splendido tempio ionico
di Marasą
che lo caratterizzava, purtroppo ci sono pervenuti pochissimi resti (in
particolare la base occidentale del basamento).
Il tempio arcaico, realizzato in blocchi di arenaria, risale alla fine
del VII secolo a.C. ed era costituito da una cella allungata con pronao
che complessivamente misurava 22 metri in lunghezza ed 8 metri circa in
larghezza. Contemporanee ad esso sono altre strutture rinvenute
all'interno del temenos tra
le quali vanno segnalati due basamenti sui quali, probabilmente,
sorgevano gli altari arcaici.
Verso la metą del VI sec. a.C. il tempio venne modificato; e nella prima
metą del V sec. a.C. il tempio subģ una nuova trasformazione.
In quello che era il punto centrale della cella
del tempio ionico si possono ancora oggi osservare i resti di un bothros.
Al centro della cella tre grandi lastre
di calcare, infisse verticalmente nel terreno, rivestivano un bothros (fossa
sotto il livello del pavimento), che doveva essere di notevole
importanza per il culto.
Le pareti esterne si pensa fossero rivestite dal cosiddetto "Trono
Ludovisi"
(custodito
al Museo nazionale romano di palazzo
Altemps di
Roma).
L'opera, nella sua decorazione a bassorilievo,
raffigura sulla parte frontale Afrodite che nasce dalla spuma del mare
(anche se qualche studioso vede in essa Persefone che risale sulla terra
dal mondo degli inferi) e viene aiutata ad uscire dall'acqua da due
ancelle, mentre sui lati sinistro e destro appaiono, rispettivamente,
una suonatrice di flauto adagiata su un cuscino ed una donna coperta da
un manto intenta a deporre l'incenso in un brucia-essenze.
Al tempio ionico, ed in particolare alla sua
fronte occidentale, appartenevano le sculture in marmo dei Dioscuri che,
insieme ad una statua acefala di una Nereide riportata
alla luce alcuni anni prima, era posto o come decorazione acroteriale o
all'interno del triangolo del frontone.
Le statue dei Dioscuri, che risalgono alla fine del V sec. a.C. o al
principio del IV sec. a.C., sono in marmo proveniente dall'isola di
Paro; il gruppo di destra č quello meglio conservato, mentre del gruppo
di sinistra restano solo poche parti originali, integrate da un restauro
di inizio '900 in gesso chiaro.
Il tempio aveva 17 colonne ioniche sui lati
lunghi, e 6 colonne sul fronte. Le colonne dovevano essere di
circa 12 m di altezza, con base a capitello ionico a volute.
L'epistilio (blocchi sulle colonne) con architrave a tre fasce e
dentelli in sostituzione del fregio, non era molto sviluppato in
altezza, cosģ come i frontoni dall'inclinazione assai poco accentuata.
Questo tempio era molto pił alto dei templi dorici ed č uno dei pochi
templi ionici della Magna Grecia.
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