pubblicato   2020 -   ARTE CULTURA

 

LOCRI (RC) - PARCO ARCHEOLOGICO E ANTIQUARIUM

 

L'antica colonia di Lokroi Epizephyrioi fu fondata poco dopo la nascita di Kroton, nel 709 a.C.

Tra le cittą pił importanti della Magna Grecia, Locri Epizefiri diede i natali a Zaleuco, autore del primo codice di leggi corredato delle relative pene, e a Nosside, emula di Saffo e maggiore poetessa della Magna Grecia.

La vasta area del Parco Archeologico di Locri permette di ripercorrere 4000 anni di storia, dall'etą del bronzo al periodo tardo antico. Le pił antiche testimonianze, anteriori alla colonizzazione, sono ascrivibili all'etą del bronzo e del ferro. Seguono i numerosi resti della cittą greca: le mura, i santuari, gli edifici civili. Gli scavi pił recenti hanno riportato alla luce opere dell'etą romana e tardoantica, le pił tarde delle quali risalgono al VII secolo d.C. 

Il Parco Archeologico, istituito nel luglio del 2006, si trova a circa 4 km a sud dell'odierno centro abitato di Locri. L'ingresso č direttamente accessibile dalla SS 106 Ionica. Si tratta di un museo all'aperto ideato per valorizzare l'immenso patrimonio archeologico dell'area, suddiviso in aree: il quartiere abitativo-artigianale di localitą Centocamere,

Centocamere rappresenta parte del sito archeologico di Locri Epizefiri che dą sulla costa. Costruito nel VII secolo a.C. č formato da un piccolo tempio dedicato alla dea Afrodite. La struttura č composta da diversi ambienti tra cui un portico ed un cortile centrale;

la Stoą (struttura porticata) in forma di U;

il teatro del IV secolo a.C., oggetto di interventi anche in etą romana.

Attraversando il percorso museografico si ritroverą la sala dedicata al Santuario di Persefone presso localitą Manella, dal santuario di Persefone, sito in contrada Mannella, provengono alcuni pinakes votivi (tavolette di argilla a rilievo bassissimo, spesso colorate), oltre alle statuette della dea o di fanciulle offerenti, ceramiche corinzie, rodie, laconiche e calcidesi, ma soprattutto attiche dal VI secolo a.C. in poi, quelle dell'area sacra di Marasą, con i resti del Tempio, attribuito alla dea Afrodite, dea della bellezza e dell'amore, che i romani identificarono con Venere, considerata la maggiore divinitą dell'area locrese; quella di Centocamere e quelle di localitą Parapezza riferibili al Santuario di Zeus e Demetra.

Il santuario venne costituito, probabilmente, verso la metą del VII sec. a.C. (quindi non molto tempo dopo la fondazione della polis). Dello splendido tempio ionico di Marasą che lo caratterizzava, purtroppo ci sono pervenuti pochissimi resti (in particolare la base occidentale del basamento).

Il tempio arcaico, realizzato in blocchi di arenaria, risale alla fine del VII secolo a.C. ed era costituito da una cella allungata con pronao che complessivamente misurava 22 metri in lunghezza ed 8 metri circa in larghezza. Contemporanee ad esso sono altre strutture rinvenute all'interno del temenos tra le quali vanno segnalati due basamenti sui quali, probabilmente, sorgevano gli altari arcaici.

Verso la metą del VI sec. a.C. il tempio venne modificato; e nella prima metą del V sec. a.C. il tempio subģ una nuova trasformazione.

In quello che era il punto centrale della cella del tempio ionico si possono ancora oggi osservare i resti di un bothros. Al centro della cella tre grandi lastre di calcare, infisse verticalmente nel terreno, rivestivano un bothros (fossa sotto il livello del pavimento), che doveva essere di notevole importanza per il culto.

Le pareti esterne si pensa fossero rivestite dal cosiddetto "Trono Ludovisi" (custodito al  Museo nazionale romano di palazzo Altemps di Roma).

L'opera, nella sua decorazione a bassorilievo, raffigura sulla parte frontale Afrodite che nasce dalla spuma del mare (anche se qualche studioso vede in essa Persefone che risale sulla terra dal mondo degli inferi) e viene aiutata ad uscire dall'acqua da due ancelle, mentre sui lati sinistro e destro appaiono, rispettivamente, una suonatrice di flauto adagiata su un cuscino ed una donna coperta da un manto intenta a deporre l'incenso in un brucia-essenze.

Al tempio ionico, ed in particolare alla sua fronte occidentale, appartenevano le sculture in marmo dei Dioscuri che, insieme ad una statua acefala di una Nereide riportata alla luce alcuni anni prima, era posto o come decorazione acroteriale o all'interno del triangolo del frontone.

Le statue dei Dioscuri, che risalgono alla fine del V sec. a.C. o al principio del IV sec. a.C., sono in marmo proveniente dall'isola di Paro; il gruppo di destra č quello meglio conservato, mentre del gruppo di sinistra restano solo poche parti originali, integrate da un restauro di inizio '900 in gesso chiaro.

Il tempio aveva 17 colonne ioniche sui lati lunghi, e 6 colonne sul fronte. Le colonne dovevano essere di circa 12 m di altezza, con base a capitello ionico a volute. L'epistilio (blocchi sulle colonne) con architrave a tre fasce e dentelli in sostituzione del fregio, non era molto sviluppato in altezza, cosģ come i frontoni dall'inclinazione assai poco accentuata.

Questo tempio era molto pił alto dei templi dorici ed č uno dei pochi templi ionici della Magna Grecia.



                   Resti del Tempio di Afrodite, a Marasą (metą del VII sec. a.C.)



In primo piano nella foto, nel punto centrale della cella del tempio ionico (di cui resta una mezza colonna) si possono osservare i resti di un bothros ai lati del quale era sistemato il famoso Trono Ludovisi.











I Dioscuri



le 3 lastre a bassorilievo del Trono Ludovisi


PINAKES DI LOCRI NEL MUSEO MAGNA GRAECIA DI REGGIO CALABRIA >>
 
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