Massimo Troisi a 20 anni dalla morte

 

pubblicato il 7 giugno 2014 -   Costume e società

un attore comico, grande artista mediterraneo

Massimo Troisi nacque il 19 febbraio 1953 a San Giorgio a Cremano, in provincia di Napoli, da Alfredo, macchinista ferroviario, e da Elena Andinolfi, casalinga. Morì prematuramente a Roma, il 4 giugno 1994.

Si diplomò da Geometra all'Istituto Tecnico Commerciale e per Geometri "Eugenio Pantaleo" di Torre del Greco. In quegli anni scrisse alcune poesie in dialetto ispirate a Pier Paolo Pasolini, suo autore preferito.

Nel 1972 a Troisi venne diagnosticata un'anomalia cardiaca, di cui soffriva dall'età di dodici anni, che lo obbligò, nel 1976, a recarsi negli Stati Uniti per un intervento alla valvola mitralica; dopo l'intervento riuscito, riprese la carriera teatrale.

Aveva cominciato la sua carriera di attore, nel 1969, nel teatro parrocchiale della Chiesa di Sant'Anna insieme ad alcuni amici d'infanzia (tra cui Lello Arena, Nico Mucci, Valeria Pezza). Successivamente il gruppo affitterà un garage in via San Giorgio Vecchio, 31 che verrà chiamato Centro Teatro Spazio, dove verranno rappresentati diversi spettacoli nello stile di pulcinella al quale si aggiunge una commedia scritta dallo stesso Troisi: "Si chiama Stellina".

 Al gruppo si aggiunse successivamente anche Vincenzo Purcaro, che più tardi prese il nome d'arte di Enzo Decaro. L'attore napoletano, con Enzo Decaro e Lello Arena forma il gruppo "I Saraceni ", che si chiamò poi definitivamente "La smorfia", riferimento, tipicamente napoletano, a un certo modo di risolvere i propri guai: giocando al Lotto, e sperando in un terno secco... la "smorfia", infatti, non è altro che l'interpretazione dei sogni e dei vari fatti quotidiani, da tradurre in numeri da giocare a lotto.

il trio partecipa ad alcuni programmi televisivi, tra i quali Non stop (1977), La sberla (1978) e Luna Park (1979). L'ultimo spettacolo teatrale del trio è Così è (se vi piace), citazione del Così è (se vi pare) di Luigi Pirandello.

Lasciata La Smorfia, Troisi decise di intraprendere la carriera cinematografica.

Ricomincio da tre, prodotto da Mauro Berardi, è la pellicola nella quale debuttò sia come attore che come sceneggiatore e regista. Il film, acclamato dalla critica, permise a Troisi di ottenere tre Nastri d'argento per il miglior regista esordiente, miglior attore esordiente e per il miglior soggetto e due David di Donatello per il miglior film e per il miglior attore.

Agli inizi degli anni Ottanta diresse lo speciale televisivo Morto Troisi, viva Troisi!, con Roberto Benigni, Lello Arena, Marco Messeri e Carlo Verdone.

Del 1982 è film No grazie, il caffè mi rende nervoso, con Lello Arena; e del 1983: Scusate il ritardo.

Nel 1984 con Non ci resta che piangere, unico film a fianco di Roberto Benigni, ottenne uno strepitoso successo.

Nel 1986 Troisi ebbe un piccolo ruolo nel film diretto da Cinzia Torrini, Hotel Colonial, girato in Colombia.

Nel 1987 fu attore e regista in Le vie del Signore sono finite, che vinse il Nastro d'argento alla migliore sceneggiatura.

Nel triennio seguente collaborò come attore con Ettore Scola in tre film, i primi due con Marcello Mastroianni: Splendor (1988), in cui è proiezionista di un cinema prossimo alla chiusura;  Che ora è? (1989), sui rapporti conflittuali tra padre e figlio, per il quale venne premiato con la Coppa Volpi per la migliore interpretazione maschile, ex aequo con Mastroianni, alla Mostra del Cinema di Venezia; e Il viaggio di Capitan Fracassa (1990), dove interpretò Pulcinella, presentato in anteprima alla 41ª edizione al "Berlin International Film Festival".

L'ultima regia di Troisi, dove è anche sceneggiatore e protagonista, è quella di Pensavo fosse amore... invece era un calesse del 1991, con Francesca Neri e Marco Messeri.

L'ultima sua fatica fu Il postino (1994), girato a Procida e Salina e diretto da Michael Radford, liberamente tratto dal romanzo Il postino di Neruda di Antonio Skármeta, che tratta dell'amicizia tra un umile portalettere e Pablo Neruda ( interpretato da Philippe Noiret) durante l'esilio del poeta cileno in Italia. Troisi riuscì a terminare le riprese del film con enorme fatica e con il cuore stremato.

Troisi morì nel sonno, nella casa della sorella Annamaria a Ostia e in compagnia del suo più grande amico sin dall'infanzia, Alfredo Cozzolino, per attacco cardiaco, il 4 giugno 1994, 12 ore dopo aver terminato le riprese de Il postino.

 

Nel 2008 Federico Salvatore, in un'intervista a Vite straordinarie, ha definito Troisi un "Pulcinella moderno".

« Massimo è Pulcinella senza maschera. A parte che Pulcinella è stato, nel pieno del suo vigore, della sua vita centrale, censurato, e ha operato lo stesso senza maschera. Per me Troisi rappresenta il Pulcinella che porta. Poiché Pulcinella è stato internazionale, Pulcinella è stato francese, Pulcinella è stato inglese, Pulcinella ha superato il Volturno. Massimo ha fatto la stessa cosa, l'unico napoletano con la napoletanità che ha superato il Volturno, quindi per me rappresenta un'ultima possibilità che abbiamo avuto, da un punto di vista teatrale e cinematografico, di superare, di uscire dallo stereotipo della napoletanità, fine a se stessa. » (Wikipedia)

Nella sua carriera teatrale e cinematografica, Troisi ha sempre parlato con la sua lingua napoletana, "l'unica che sapeva parlare" affermava ironicamente nelle interviste. In effetti in quegli anni la critica cinematografica più intransigente si soffermò molto su questo aspetto. Così, dopo Scusate il ritardo Troisi realizza una lingua "italiana popolare", ma comunque ricca di venature dialettali.

 



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