SEGNI DEL TEMPO IN CALABRIA - Turismo culturale e identità -


nuova edizione 2021 aggiornata e ampliata

 

pubblicato giugno 2021 -   Costume e società

Il nuovo libro di Maria Zanoni - Edizioni Arte26 - 2021 -

“Segni del tempo in Calabria”, alla scoperta di tesori d'arte, tradizioni consolidate, antichi sapori, patrimonio storico, linguistico, panorami fantastici, è alla sua Seconda edizione, una edizione nuova ampliata e aggiornata.
Questo libro-guida al turismo culturale è una proposta educativa e di conoscenza, che, lontano da tecnicismi scientifici, vuole dare un contributo alla formazione del nuovo turista ecocompatibile, vuole essere anche uno stimolo di raccordo tra scuola e territorio, per una più approfondita conoscenza della nostra Calabria, delle risorse locali, dei beni storico-culturali, dei prodotti tipici, delle tradizioni, soprattutto da parte delle giovani generazioni.
Nell’impossibilità di registrare e catalogare in questo volume i molteplici, infiniti, aspetti della Regione, e con l’esclusivo intento di metterne in luce il volto bello e pulito, il senso di appartenenza, sono stati privilegiati luoghi suggestivi, anche poco noti, affidandosi alle immagini ed al loro potere visivo ed evocativo.

Anche questo lavoro, frutto di ricerca sul campo, è stato modulato per percorsi formativi nel sociale, come già nel 2003 con il volume “Salute e pane asciutto - Mediterraneo tra cultura dell’alimentazione e stile di vita”, scritto a 4 mani, da Maria Zanoni e dalla psicologa della salute, Maria Antonella Cauteruccio, ha mirato ad interventi di educazione alimentare, nel sociale, a cominciare dalla scuola.
La documentazione fotografica che correda il volume è stata scelta nel repertorio di migliaia di immagini che l’Autrice ha prodotto e archiviato in molti anni di ricerca nel campo dell’antropologia visiva, usando la foto come strumento d’indagine, per restituire alla memoria luoghi e momenti di storia passata e presente.

Come i documenti scritti, le registrazioni sonore, i filmati, i reperti archeologici, così la fotografia è una fonte, scientificamente rilevante, di conoscenza, capace col suo linguaggio di trasmettere informazioni ed emozioni. L'immagine fissa, correttamente posta, più con intenti evocativi che totalizzanti, consente l'attività dello sguardo nel testo fotografico e stimola l'atteggiamento conoscitivo, affrancandolo dall'eccesso informativo.
L’anima di questo volume sta nella passione di Maria Zanoni per il viaggio e la ricerca, in collaborazione con il marito Enzo Rende, compagno di viaggio di una ricercatrice che, forse, come ogni donna, soprattutto al Meridione, verrebbe guardata con sospetto, viaggiando da sola in luoghi sconosciuti, armata di obiettivo fotografico e di registratore, strumenti indiscreti e invadenti.

Ma viaggiare significa anche: condividere emozioni, esperienze e gusto della scoperta...
Che questo viaggio tra i “segni del tempo in Calabria” possa dare un valido contributo a guardare con occhi diversi la nostra terra.

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PRESENTAZIONE

"Tanti slogan per promuovere l’immagine di una terra, sconosciuta o misconosciuta a troppi...”
Inizia con questa amara constatazione “Segni del tempo", valida e giustificata nella prima edizione del 2006, edita dal Ministero Beni Culturali; affermazione ancor più attuale oggi, a distanza di tanti anni, in cui la realtà calabrese è molto cambiata , in bene e in male.
Il volume è l’invito di una operatrice culturale a scoprire e conoscere in modo autentico la Calabria, un obiettivo ancora valido soprattutto di questi tempi tristissimi, di spopolamento, di crisi economico-sociale e di solitudine conseguenti anche alla terribile pandemia che ha invaso il pianeta; ed anche alla luce del dibattito che si è acceso di recente sull’immagine della Calabria da dare in pasto al mondo, per cancellare stereotipi e pregiudizi atavici e per promuovere Turismo sostenibile, ed anche esperienziale, vettore di rilancio economico.
L’enorme potenziale ambientale e turistico, che già prima delle ristrettezze conseguenti alla pandemia da Covid, risentiva delle azioni criminali e di tante criticità politiche e amministrative, ora sta scomparendo. Servono piani ed aiuti economici per uno sviluppo concreto basato sulla riorganizzazione della sanità, innanzitutto, sul turismo locale e sull’agricoltura. La pandemia, con i suoi effetti, il lockdown, ha cambiato il mondo ed ha pregiudicato ancor più il futuro della nostra terra.
Per uscire dalla crisi e ricominciare a vivere, quando tutto tornerà alla normalità, bisognerà fare i conti con i cambiamenti in tutti i momenti del nostro vivere quotidiano; e per tornare a viaggiare, bisogna imparare ad essere viaggiatori responsabili.
Il viaggio è esperienza, conoscenza, incontri e condivisione di emozioni.
Il nuovo turista in Calabria ha bisogno di viaggiare in sicurezza, e ha necessità di essere ospitato in sicurezza.
Dunque, bisogna dotare le strutture ricettive calabresi di attrezzature adeguate e servizi e investire in agricoltura, componente essenziale della storia della nostra terra, gestendo processi innovativi di produzione e marketing, sostenuti da adeguati finanziamenti, al fine di stimolare la crescita e l’occupazione delle aree rurali.
Servono aiuti urgenti per incentivare il Turismo e campagne di promozione turistica.
Il volume, nel lontano 2006 era stato progettato per dare un segnale forte: promuovere turismo, invitando a viaggiare per conoscere la propria regione. Spesso non ci si accorge delle ricchezze che si hanno attorno, per andare alla ricerca dell’esotico, in luoghi lontani il più possibile dal proprio lavoro, dalle solite abitudini di vita, dal proprio ambiente fisico, climatico, alimentare. Tutto ciò è anche importante. Ma perchè il viaggio possa assumere intense valenze interiori, diventare autentico mezzo di crescita esistenziale ed umana, bisogna imparare a viaggiare e, prima di tutto, a leggere il proprio territorio, per conoscerlo ed amarlo.
L’obiettivo originario vale sempre, ma ancor più oggi che la Calabria è sotto i riflettori nazionali per tante criticità, con cui purtroppo deve fare i conti; principalmente con un fenomeno grave che ha cambiato l’assetto socio-culturale ed economico della regione, lo spopolamento di borghi e di paesi con caratteristiche straordinarie.
E’ necessaria una politica seria di investimenti in progetti di accoglienza, che creino anche occupazione giovanile.
Le zone interne sono abbandonate da anni per l’esodo di lavoratori agricoli e nei paesi ci sono tante case abbandonate e in deperimento.
Al necessario ritorno nei borghi dell’identità e della memoria è venuta incontro la legge “salva borghi”, approvata in Parlamento che prevede incentivi per il recupero dei centri storici. Ma la burocrazia spesso impedisce di realizzare valide proposte.
Si stanno sviluppando in alcuni borghi progetti di “albergo diffuso”, recuperando e ristrutturando case abbandonate, con finalità turistiche, nel rispetto dell’ambiente e della eco-sostenibilità.
Negli anni passati, insomma, sono stati abbandonati i paesi di montagna, scendendo alla marina; ora bisogna risalire e tornare ad abitare la montagna.
La rinascita futura passa attraverso processi di innovazione socio-culturali ed etno-antropologici, non solo economici.
Significa promuovere un nuovo modo di abitare i luoghi, basato sui valori dell’inclusione sociale, della qualità della vita, della sostenibilità ambientale, godendo dei paesaggi affascinanti e apprezzando la tranquillità e il silenzio.
In epoca di tecnologie avanzate e di globalizzazione, dedicarsi a far rivivere luoghi e antiche tradizioni potrebbe sembrare una scelta strana, in contrasto con la modernità, è la risposta giusta per il futuro cambiamento.
Allora deve intervenire la “resilienza”, come capacità di resistere, affrontare e superare le avversità del nostro tempo, le malattie terribili, le crisi profonde, gli eventi traumatici, con la ferma volontà di riorganizzare la propria vita in positivo.
I giovani hanno dimostrato grande capacità di resilienza, rapportandosi alla Calabria reale, non a quella mitizzata, con soluzioni e progetti innovativi, che necessitano comunque d’ingenti risorse.
Il libro invita a guardare la Calabria con occhi diversi; a smetterla con i piagnistei e rimboccarsi le maniche per lavorare su progetti culturali che valorizzino le risorse, per un nuovo “rinascimento” di questa terra. E il nuovo rinascimento della Calabria passa necessariamente da una valida promozione delle risorse, per incentivare turismo ed economia; passa dalla necessità di opportuni interventi sul patrimonio inestimabile di beni culturali materiali e immateriali che la regione possiede, preziosa risorsa identitaria, che comportano investimenti ingenti e una politica sinergica ed integrata del territorio. Forse resterà un sogno...
Segni del tempo in Calabria propone una positiva provocazione che miri:
a far riflettere sulle appartenenze, laddove i processi di globalizzazione cancellano confini e innalzano barriere tra le persone; a creare legami, laddove i legami sociali si dissolvono in individualismo; a riscoprire tradizioni popolari che vanno scomparendo; a valorizzare e vivacizzare la cultura locale, per farla diventare elemento essenziale nel processo di sviluppo del territorio, per diffonderla e trasmetterla alle giovani generazioni col dialogo e il confronto.
Le attività culturali vanno ripensate come nuove forme di socialità che siano una risposta positiva a tutte le nuove solitudini tipiche di una società postindustriale.
La cultura non è solo il principale "prodotto" che abbiamo a disposizione, e, quando si opera per la sua promozione, diviene il principale elemento di coesione sociale in una comunità. Le attività culturali e di socialità non sono certo degli optional, oggi rappresentano un modo diverso di vivere e migliorare la qualità della vita. Dove per qualità della vita non s’intende certamente il benessere materiale.
Oggi, non ci dobbiamo lasciar soffocare dalla tecnologia, nella convinzione che la cultura è in crisi. La rapida trasformazione della nostra società e il prevalere di una cultura più tecnica che umanistica stanno mettendo in serio pericolo la sopravvivenza della cultura locale nelle sue espressioni più varie: lingua, canti, tradizioni religiose e profane, espressioni artistiche ed artigianali, stili architettonici, antiche ricette culinarie, produzioni scritte ed orali nel dialetto locale che si sono tramandati di generazione in generazione, senza il supporto di strutture pubbliche e con il minimo sostegno delle istituzioni. Quei saperi che sono più necessari - antropologicamente parlando - perché riguardano il senso della vita oggi sono sottoposti all'usura della ricezione distratta, di consumo.
La cultura non ha conseguenze pratiche immediate e calcolabili; e allora la sua destinazione diventa quella dell'intrattenimento.
Oggi, più che mai è necessario intensificare la sfida culturale, proponendo sempre nuovi spazi di promozione di socialità e cultura, reading poetici e teatrali, trekking archeologici, musica popolare itinerante, percorsi di mestieri e tradizioni alimentari, con laboratori aperti alla nuova richiesta del turismo esperienziale, Festival di tradizioni popolari e, perchè no, di Dialetto, per offrire l'opportunità di confronti costruttivi, per una migliore qualità della vita e dei rapporti umani.
Dunque, impegnandosi su vari fronti, un futuro migliore in Calabria è possibile, se Dio vuole.


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