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Le opere del pittore Saverio Santandrea | |
pubblicato il 1° ottobre 2011 - Editoriale Arte “Cose, persone, luoghi” di Adriana De Gaudio Una ricca antologia di dipinti, eseguiti dal pittore castrovillarese Saverio Santandrea, nel corso degli anni, è stata inaugurata, nella Sala delle Arti del Protoconvento Francescano di Castrovillari, il 15 settembre scorso. Autentica è la vocazione artistica dell’Autore. Conosciuto a scuola, come studente dell’ISA era portato allo studio della Storia dell’Arte; dopo aver conseguito la maturità col massimo dei voti, si è poi dedicato esclusivamente all’Arte. Una scelta difficile a comprendersi oggi, considerato che molti giovani mirano ad accaparrarsi un posto di lavoro di facile guadagno, che l’arte non dà “pane”, e viene praticata solo come un hobby oppure utilizzata per ricavarne prodotti di mercato. Una scelta coerente dunque questa di Santandrea che gli permette di operare nel “segreto” del suo studio con dedizione assoluta, volta alla ricerca di un ideale di bellezza formale e stilistica. Il pittore castrovillarese ha ricevuto una formazione classica. Dagli artisti del passato egli sceglie idealmente come maestri il pittore post- impressionista Paul Cézanne e il pittore metafisico Giorgio Morandi. Come Cézanne, Santandrea sente il limite dei pittori impressionisti, nel modo in cui essi percepiscono all’aria aperta l’oggetto nella fugacità della impressione visiva, privandolo della forma, forma che recupera per dare all’oggetto la durata nel tempo, in uno spazio costruito dalla propria coscienza. Ne consegue un sincretismo tra la realtà esterna e l’interiorità: Santandrea, infatti, elabora mentalmente ciò che vede dal vero per trascriverlo sulla tela con i suoi mezzi espressivi: la linea, il chiaroscuro, i colori, la luce.
Da Morandi Santandrea eredita la purezza delle forme, rese nel contorno da una linea essenziale, linea che isola gli oggetti in un’atmosfera silenziosa di ricordo metafisico. La mostra di Santandrea comprende disegni, nature morte, ritratti, autoritratti, luoghi.
Le opere grafiche attestano non solo la padronanza disegnativa dell’artista ma permette anche di seguire il filo logico del pensiero del nostro pittore, il quale non disegna di getto, ma medita su ciò che osserva, stabilisce un rapporto di empatia con cose e persone, direi di dialogo, fatto di ascolto, di domande e risposte.
Un pittore “filosofo” alla maniera di Cézanne, portato a cercare il senso della vita nella nostra quotidianità non certo soddisfacente, così spesso vuota e deludente. In questo deserto spirituale sovviene, per grazia divina, l’arte, un mezzo certamente di salvezza, di riscatto dalla mediocrità della realtà odierna. Santandrea, infatti, tramite la sua arte si fa testimone veridico di un messaggio visivo che è al contempo sociale, antropologico e culturale, comprensibile a tutti i livelli. Osserviamo attentamente le sue tante nature morte: Sono pagine di un diario figurativo, intense. Si diversificano dalle nature morte del Seicento, dove predomina il monito del memento mori, nel senso che gli artisti di quel tempo sottolineano la precarietà di ogni cosa, della vita stessa. La mela “bacata”nel canestro di frutti di Caravaggio è un chiaro esempio.
Le nature morte di Santandrea, pur evocando l’antica pittura per i colori “ terrosi ”, non sono oggetti “privi di vita”, al contrario sembrano invitare ad essere toccati, per respirarne il profumo (Vedasi canestro con limoni e altre composizioni con melograni o fiori). Sono composizioni queste, a volte complesse, che rimandano ancora a Cézanne, per il chiaro intento di esaltare le forme attraverso l’uso sapiente dei colori.
Santandrea usa toni smorzati, passaggi chiaroscurali a volte forti a volte delicati, pennellate larghe e pausate, in sintonia, come ho già accennato, al suo temperamento meditativo e pacato. La luce si sprigiona dalla materia pittorica; pulsando qua e là, genera vitalità. Altro tema prediletto dall’Autore è la figura. Per Santandrea dipingere ritratti e autoritratti significa penetrare, attraverso la fisiognomìa dei soggetti, nell’interiorità, coglierne il carattere. Osservando, infine, i luoghi, i paesaggi, essi esprimono, attraverso efficaci passaggi tonali o chiaroscurali, la concreta resa formale e cromatica, la personale interpretazione di una visione della realtà che Santandrea coglie non solo con gli occhi ma anche col cuore.
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