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Sibari è la
prima colonia fondata dagli Achei sulla costa ionica della Calabria;
città ricca e potente, in una vasta e fertile pianura, tra i fiumi
Crati e Coscile.
La zona fu il centro della civiltà degli Enotri, che ebbe la massima
fioritura nell'Età del Ferro, prima dell'arrivo in Calabria dei
coloni greci d'Acaia nel 730-720 a.C. I Greci fondarono Sybaris,
fiorente centro commerciale in cui transitavano le merci provenienti
dall'Asia Minore. La sorte di Sibari fu segnata dalla guerra contro
un'altra importante città greca, Crotone, che culminò con la
battaglia del Traente (510 a.C.) e un assedio di settanta giorni, a
seguito del quale la città fu distrutta e allagata dalla deviazione
del fiume Crati.
I sopravvissuti fondarono, nel 444 a.C., la nuova colonia di Turi,
sullo stesso sito e nel 194 a.C. la città fu fondata nuovamente come
colonia romana, col nome di Copiae, che fu poi cambiato nuovamente
in Thurii. Continuò a essere importante fino al Medioevo, quando fu
definitivamente abbandonata.
Dagli scavi
risultò evidente la complessa stratigrafia dovuta alla
sovrapposizione di tre città sullo stesso sito.
Nel Museo della sibaritide sono custoditi oltre ai
reperti che risalgono dall'era protostorica della Magna
Grecia fino alla civiltà romana anche quelli
rinvenuti
nei vari stanziamenti presenti nella zona compresi il Brutium e
l'Enotria, principalmente negli scavi di Timpone
Motta a Francavilla M.ma e a Castiglione di Paludi.
L'area del Parco è divisa in settori: "Parco del Cavallo",
"Prolungamento Strada", "Casabianca" e "Stombi". Il "Parco del
Cavallo" ha i resti più significativi dell'età romana: un quartiere
organizzato in due grandi plateiai e un teatro (I secolo d.C.);
nella zona "Casa Bianca", invece, si trova una sezione edificata nel
IV secolo a.C., con una torre circolare.
E' visibile il selciato stradale realizzato con grossi basoli
irregolari giustapposti a formare un piano continuo di pietre
durissime resistenti all'usura dell'intenso traffico che doveva
svolgersi nella città. In più punti sono visibili i solchi lasciati
dalle ruote dei carri che percorrevano la strada. Gli edifici
abitativi di Parco del Cavallo presentano la planimetria tipica
delle case romane, con cortile quadrangolare sul quale si affacciano
i diversi vani, alcuni con pareti affrescate e pavimenti a mosaico.
Una grande domus del I sec. a.C., è stata messa in luce nell'area
immediatamente alle spalle del teatro-emiciclo di costruzione più
recente.
Il principale edificio pubblico, una delle strutture meglio
conservate, è l'emiciclo-teatro. La fase più antica risale alla metà
del I sec. a.C. ed è relativa ad un edificio a pianta semicircolare
con grosse colonne a fusto liscio.
Non è ben chiara la funzione di questo edificio, il cui assetto
originario ha subìto notevoli modifiche; probabilmente
si
trattava di un luogo per riunioni o un mercato. L'edificio, verso la
metà del I secolo d.C., viene profondamente trasformato e riadattato
come teatro.
Di fronte al teatro sono visibili i
resti del Foro, un ampio slargo di forma rettangolare; a fianco
l'edificio delle Terme (I sec. d.C.) al quale si accede da una serie
di ambienti comunicanti, pavimentati in opus spicatum, in gran parte
ancora conservato.
L'area "Stombi"
mostra i resti di semplici abitazioni e laboratori artigiani ed ha
restituito agli scavi reperti in ceramica, ch attestano una
frequentazione dell'area a fin dall'epoca della fondazione di
Sibari.
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