l Museo Archeologico Nazionale di Reggio Calabria, a
Palazzo Piacentini in Piazza De Nava, è uno dei Musei archeologici
più rappresentativi del periodo della Magna Grecia e
della Calabria antica. Conosciuto in tutto il mondo per l'esposizione
permanente dei famosi Bronzi di Riace, capolavori della statuaria
bronzea del V secolo a.C., accoglie una ricca collezione di reperti
provenienti da tutto il territorio calabrese, dalla Preistoria alla
tarda Età Romana.
Il percorso museale ha inizio dall'alto, con una sezione dedicata alla
Protostoria, e si sviluppa fino al piano terra attraverso l'esposizione
delle grandi architetture templari dei territori di Locri, Kaulonia e
Punta Alice.
Le collezioni archeologiche del museo comprendono materiali di scavo da
siti della Calabria, della Basilicata, e della Sicilia, che illustrano
l'arte e la storia della Magna Grecia dall'VIII secolo a.C., e materiale
dei periodi precedenti (preistoria e protostoria) e successivi
(periodi romano e bizantino):
I
Bronzi di Riace,
ritrovati in provincia di Reggio, sono due grandi statue in bronzo,
originali greci della metà del V
secolo a.C. pervenuti
in eccezionale stato di conservazione, che potrebbero raffigurare due
guerrieri de I
sette contro Tebe,
provenienti da un più numeroso gruppo di guerrieri bronzei.
Lo studio delle terre di fusione ha permesso di stabilire la provenienza
greca delle
due statue, rispettivamente dall’Attica e l’Argolide. Presentano quasi
la stessa statura (Bronzo A: m 1,98; Bronzo B: m 1,97), le medesime
nudità – emblema della condizione divina o eroica – e la postura (la
gamba destra è portante, la sinistra è piegata). Originariamente erano
accompagnati da armi: l’elmo, lo scudo (sorretto dal braccio sinistro
piegato) e la lancia (tenuta dalla mano destra abbassata).
Sono entrambi prodotti con la tecnica della “fusione
a cera persa”.
Gli occhi sono in calcite bianca, con iridi in pasta vitrea e caruncola
lacrimale in pietra rosa; labbra, ciglia e capezzoli sono realizzati in
rame, mentre la dentatura in lamina d’argento.
La datazione dei Bronzi di Riace è controversa, ma certamente
rappresentano due capolavori della bronzistica del V secolo a.C.
Nel 1969 alcuni pescatori di Villa San Giovanni rinvengono, nelle acque
dell’insenatura di Porticello (RC), un piccolo giacimento archeologico;
tra i tesori rinvenuti spiccano alcuni frammenti di statue
in bronzo:
la Testa del Filosofo,
un raro esempio di ritrattistica greca; e la Testa di Basilea,
originale greco del V sec. a.C..
Il Kouros,
una statua
in marmo dell'isola di Paros, che
prende il nome dalla parola greca che indicava il “fanciullo”.
In archeologia viene usata per indicare una classe di statue maschili
nude in posizione frontale, con le braccia distese lungo i fianchi e una
gamba avanzata. La statua, databile intorno al 500 a.C., ha un’altezza
di circa cm 90 (originariamente doveva misurare circa cm 130).
Nonostante la provenienza del marmo dall’isola greca di Paros, è
possibile che sia opera di un’artista operante in Magna Grecia,
presumibilmente a Reggio.
Il gruppo dei Dioscuri,
proveniente da Locri.
Le statue dei Dioscuri, che risalgono alla fine del V sec. a.C. o al
principio del IV sec. a.C., sono in marmo proveniente dall'isola di
Paro; il gruppo di destra è quello meglio conservato, mentre del gruppo
di sinistra restano solo poche parti originali, integrate da un restauro
di inizio '900 in gesso chiaro.
Tavole bronzee
provenienti dal tempio di Zeus di Locri
Epizefiri;
Collezioni di pinakes,
ex voto in terracotta recanti a rilievo scene del ratto
di Persefone provenienti
da Locri Epizefiri;
Collezioni di gioielli, specchi in bronzo, e medagliere.
Un
grande istituto museale nazionale permanente dedicato alla Magna
Grecia.
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