pubblicato il 1° Aprile 2007 -
Editoriale Arte
Arte e culto a Frascineto
- Piazza Albania
Frascineto si
arricchisce di un altro prezioso bene culturale: il
Museo delle Icone e della Tradizione Bizantina.
Unico, nel suo genere, in Calabria, e tra i
pochissimi in Italia, il Museo offre per la prima
volta alla portata del pubblico la ricca collezione,
oltre 500 pezzi, dell'Archimandrita Paolo Lombardo
di Roma, oltre alla nutrita "Raccolta Ferrari"
costituita da un congruo numero di elementi.
Il Museo, sorto per volere
dell'Amministrazione Comunale arbëreshe guidata dal
sindaco Domenico Braile, d’intesa con l’Assessorato
regionale alla Cultura, guidato da Sandro Principe,
rappresenterà un polo di attrazione culturale
dedicato all'arte, alla spiritualità, alla storia ed
alla liturgia bizantina.
L'intento dell'istituzione non è solo espositivo ma
anche informativo sulla funzione delle arti in
rapporto al culto secondo i criteri voluti
dall'organizzatore, il prof. Gaetano Passarelli
(Docente di Storia e Civiltà Bizantina, UniRoma
Tre).
Il Museo costituisce perciò il primo momento di
acquisizione delle conoscenze strettamente legate
all'ambiente circostante italo-albanese di
tradizione bizantina. Il percorso è, infatti,
interno ed esterno. Quello interno è articolato sui
tre livelli che materialmente costituiscono
l'edificio. Il primo presenta un carattere
propedeutico e didascalico che introduce nel mondo
bizantino. Nel secondo vi sono esposte le icone. Non
mancano particolarità e pezzi rari. Il terzo livello
ha diversi settori: icone in bronzo usate dai
Vecchio-credenti russi e su smalto, arredi sacri e
paramenti liturgici di foggia greca e russa. Vi sono
esposte anche rare edizioni di libri liturgici dei
secoli XVII-XX.
Il percorso esterno permette di vedere tradotte
nella realtà quotidiana le conoscenze acquisite
sull'icona e la tradizione bizantina. Si possono
visitare, quindi, la chiesa attigua dell'Assunta
(sec. XVIII), la chiesa di San Basilio ad Ejanina e
la chiesa di San Pietro, monumento nazionale (secc.
X-Xl /XVII).
Emblema del Museo è l'aquila bicipite imperiale
bizantina con inciso sul petto la scritta IC XC NIKA
(Gesù Cristo vince), testimone dell'identità
cristiana dell'Impero, per sottolineare la
continuità di legame e di fede con i propri
antenati.
Le icone
Le icone non sono opere d'arte secondo il concetto
occidentale, ma opere destinate attraverso il
disegno e la simbologia dei colori a trasmettere un
messaggio sacro ed essere venerate.
Il loro raggruppamento è stato perciò fatto per
tematica al fine di sottolineare il principio base
dell'iconografia espresso al Concilio Niceno II
(787) in cui si dice che l'arte è del pittore, ma
quel che è rappresentato è compito della Chiesa.
Questo perché fedeli di ambiti geografici e lingue
diverse potessero cogliere quanto raffigurato pur
nella varietà degli stili.
La collezione di icone esposta è di oltre 250 pezzi,
provenienti da varie località della Russia,
Bulgaria, Grecia, Romania e Serbia. Presentano stili
e maestranze diversi, fatture di alto livello e
popolari. Vi sono icone da chiesa e di devozione
familiare espresse in forme e dimensioni varie.
Si possono così contemplare icone semplici e
popolareggianti accanto quelle impreziosite da
cornici e rivestimenti metallici (rize); icone
dipinte secondo la tecnica tradizionale (tempera e
uovo) accanto a quelle dipinte a tecnica mista
(tempera-olio); icone su legno e su smalto; di
bronzo o su tela dipinta ad olio. Si tratta in gran
parte di icone che coprono un arco di tempo che va
dal XVII agli inizi del XX secolo.
Paramenti e arredi
La tradizione bizantina è suggestiva nelle
celebrazioni liturgiche perché presenta accanto ad
una ricchezza di testi, una grande espressività
pregna di simbolismo e di mistica orientale.
Questo perché la liturgia terrena deve essere un
riflesso di quella celeste. I paramenti diaconali e
sacerdotali con i loro colori, ricami e stoffe
particolari, appaiono vicino agli austeri abiti
clericali in modo da permettere di avere un'idea
dell'abbigliamento quotidiano e di quello rituale
nella sua composizione. Sono esposti modelli greci e
russi cuciti negli anni '30 e '40 dal sarto, maestro
Francesco Ferrari, di felice memoria, per suo
fratello, papàs Sepa, già parroco di Frascineto. Vi
sono calici russi, patene, incensieri, lampade e
arredi liturgici in argento provenienti dall'ambito
balcanico, spesso finemente cesellati secondo le
tradizioni dei vari popoli o dovuti a maestranze che
operavano sotto influssi stilistici ottomani. La
loro disposizione permette non solo di ammirarne la
fattura ma soprattutto di conoscere il significato e
il loro uso.
Il medagliere
All'ingresso del Museo è stato esposto anche un
altro settore della grande collezione
dell'Archimandrita Lombardo comprendente 280
medaglie celebrative di vari avvenimenti civili e
religiosi (centenari, commemorazioni,
beatificazioni, canonizzazioni, ecc.),
essenzialmente pontificie che abbracciano vari
pontificati (da Clemente XIII -1773- a Giovanni
Paolo II -2005). Vi sono perciò medaglie coniate
dalla Zecca dello Stato, dalla Scuola Vaticana e da
rinomati laboratori italiani ad opera di grandi
maestri.
Il settore presenta una sorta di introduzione dei
vari passaggi che portano alla creazione, alla
elaborazione e alle tecniche di confezione di una
medaglia per permettere poi una maggiore
consapevolezza del valore artistico e compositivo di
ogni pezzo.
Si tratta di una raccolta rara e inconsueta, posta
in espositori originali che permettono la visione di
ambedue le facciate. Pur non avendo un legame
diretto con la peculiarità del Museo, è stata
esposta per arricchire il patrimonio espositivo e
trasmettere lo spirito del collezionista spesso non
dedito a raccolta di opere di un solo settore.
Nella foto a sin: Il sindaco di Frascineto Braile
e l'assessore Principe inaugurano il Museo delle
icone bizantine, dopo la benedizione del Papas
Bellusci.
Nella foto a dex: Il prof. Gaetano Passarelli con
l'assessore Principe e la Prof.ssa Zanoni nelle sale
del Museo. |