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MOSTRA "IN PENOMBRA", ANDREA ALFANO |
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a Roma al Museo Crucetti nel gennaio scorso, la mostra dei dipinti
di Andrea Alfano (Collezione Di Vietri) è stata trasferita al MAON a Rende dove l’inaugurazione è avvenuta il 30 aprile
scorso. La personale resterà aperta al pubblico fino a fine giugno.
Gli eredi della pregiata
collezione hanno voluto ricordare il padre, dott. Di Vietri, dopo
quaranta anni dalla sua scomparsa. Vincenzo Di Vietri, medico
curante dell’Artista Castrovillarese, amico e grande estimatore
della sua arte, ha scritto sull’opera del Maestro castrovillarese un
significativo saggio nel 1967, anno della morte di Andrea Alfano,
inserito nel prezioso Catalogo edito da Gangemi.
Nell’album dei ritratti
(olio su tela) di Andrea Alfano presenti nella mostra, degni di
attenzione (Il guercio; Bevitore ridente con cannata; Alfano malato;
L’ultima cena ed altri, in più due suggestivi paesaggi), la figura
femminile merita un particolare riguardo: Ritratto di giovinetta,
anni 20; Bambina con riccioli, anni 30; Fanciulla sorridente, anni
30; Ritratto di Ida Di Vietri, 1953; Ritratto di Ida Di Vietri,
1953; Ritratto di fanciulla, anni 50; Ritratto della signora
Fernanda Santovetti Di Vietri, 1953; Ritratto di Anna Di Vietri,
1953; Ritratto di fanciulla bruna, anni 50; Ragazza dalla faccia
spiritata, anni 50; Volto di ragazza, anni 50; Impressione di donna
di capelli rossi, fine anni 50.
Non solo nella collezione
di Vietri, ma in tutta la produzione pittorica alfaniana
la figura femminile, ripresa inizialmente nell’ambito
strettamente familiare(Ritratto della Madre; Mia nipote Ada; Gli
occhi di Virginia) e, successivamente nelle strade di Castrovillari,
nelle case di amici e
parenti, che abitavano nelle Vigne, costituisce il fulcro del suo
mondo affettivo, che si allarga a quello sociale ( La madre dei
caduti; Ritratto di vecchia cartomante; Donne in gramaglie; Donna in
costume di gala, opere che si trovano nella Pinacoteca Alfaniana di
Castrovillari).
Rientra nella sfera
dell’idealità pittorica la figura adolescente. Alfano, affascinato
come allo sboccio di un fiore nel colore e nella luce primaverile,
ritrae le tante fanciulle nella loro naturalezza e ingenuità:
qualità che fanno ricordare un po’ il pittore impressionista Renoir,
con l’accezione che Alfano non si ferma alla impressione dal vero,
ma mira all’analisi introspettiva del soggetto per esprimere quel
quid di imponderabilità, di irrequietezza, di voluttà, proprio dell’
età giovanile, come si evince dai dipinti citati della collezione Di
Vietri.
Dagli anni venti ai
cinquanta, i ritratti femminili
in mostra
registrano l’evoluzione stilistica dell’Artista castrovillarese, il
quale non è mai fotografico, anche quando si trova a ritrarre le
componenti della famiglia Di Vietri, ma interpreta e coglie, con
pennellate rapide ed incisive, e con colori essenziali,
la interiorità dei soggetti che traspare dai loro volti,
emergenti dalla “penombra” del fondo buio per comunicare stati
d’animo diversi.
Dalla fine
degli anni cinquanta in poi, sconfessando la forma, la
pittura di Alfano si fa rarefatta: il segno è affidato a poche linee
e colori. L’immagine, evocata da uno spazio impercettibile, è soffio
dell’anima; gradualmente si visualizza
all’osservatore, attraverso aloni e dissolvenze di colori
liquefatti, con occhi penetranti dallo sguardo celestiale, come
incantato ( Impressione di donna dai capelli rossi).
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