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ETHNOI - FESTIVAL DELLE MINORANZE CULTURALI ED ETNOLINGUISTICHE |
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Albanesi e Armeni. Etnie nella costruzione dell’identità antropologica mediterranea tra storie e racconti al Festival Ethnoi di Pierfranco
Bruni Gli Armeni nella
civiltà tra storia e difesa del Cristianesimo. Uno scavo che
permette di indagare in tutti i territori che hanno avuto rapporti
sia con il mondo arabo e islamico sia puramente Ottomano sia
ortodosso e bizantino. Il Genocidio degli
Armeni è la prima tragedia storia del nostro tempo moderno. Anche
Per non dimenticare
il Genocidio degli Armeni bisogna rileggere il mondo provenzale
raccontato da Alvano e
gli Armeni in Calabria. La favola Armena ha molte affinità con
quella albanese. Di questo parlerò
al prossimo Festival delle minoranze culturali ed etnolinguistiche
di Napoli tra il 29 ottobre e 1 novembre prossimi, dedicato alla
Fabula,ovvero Ethnoi/Fabula. Storia e racconti del mondo. Penso alla
Calabria. C’è stato un
rapporto ben consistente tra il popolo armeno e quello calabrese.
Già a cominciare dal tempo in cui dominò Giustiniano sino al VII
secolo. Una delle caratteristiche fondamentali è il rapporto
costante tra Fu proprio il mondo
arabo a consolidare un raccordo tra Una cittadina ormai
diruta, la cui esistenza è da stabilirsi tra l’Ottavo e il Nono
secolo, ma che ha preso il “nome” di Buzzone. Furono gli Arabi, e
la loro islamizzazione, a creare dei seri problemi tanto che si
verificò una vera e propria diaspora. Successivamente Comunque c’è tutta
una cultura, anche orale, che rimanda ad un legame tra la tradizione
Italo – Albanese, quella musulmana e quella armena, in uno stretto
collegamento con l’identità greca e grecanica. Ciò anche in Puglia. Albanesi e Armeni
costituiscono una lettura di un intreccio anche letterario tra il
Mediterraneo e il mondo balcanico – asiatico.
Proprio in
occasione del Centenario
Genocidio degli Armeni (1915 – 1916), la tragedia di un popolo si
rivela nel raccontare una storia attraverso valenze che sono
antropologiche. Nella sua complessità storica l’Itinerario italiano
attraversato da Corrado Alvaro costituisce un legame tra le varie
diversità nell’identità italiana. La favola e la
poesia sia nel mondo albanese che in quello armeno
sono elementi che permettono non solo di ricostruire una
identità ma di comprendere il senso di una appartenenza. La visione resta
quella mediterranea e non si tratta di dare una valenza altra al
“c’era una volta…”, ma come addirittura questo incipit costituisce
ancora oggi un modello di comprensione tra una eredità e una reale
appartenenza. Proprio in Calabria
questi elementi si integrano sia per una prospettiva geografica sia
per una influenza tra l’intreccio dei mari sia per una tradizione
che è araba ed adriatica, ma è cristiana, musulmana, ebraica. Gli Armeni hanno
fatto della loro letteratura non una storia soltanto ma una valenza
antropologica al cui centro c’è la dimensione umana del
cristianesimo. Gli Armeni sono una
civiltà non solo in una cultura da considerarsi etnica, ma sono una
civiltà nella letteratura di una cultura profondamente radicata nel
valore dell’umanesimo. Senza una forte consapevolezza mediterranea
non sarebbe possibile comprendere la favola e la leggenda nel
racconto degli Albanesi e degli Armeni.
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