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Addio allo scrittore Garcia Marquez |
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pubblicato il 18 Aprile 2014 - Letteratura
E'
morto
Gabriel García Márquez
Lo scrittore di origine colombiana
si è spento a Città del Messico a 87 anni.
Insignito del premio Nobel per la
letteratura nel 1982,
Gabriel José de la Concordia García Márquez era
nato il 6 marzo del 1927 ad Aracataca in Colombia. Il presidente
della Colombia Juan Manuel Santos ha espresso solidarietà e
condoglianze alla famiglia di Gabo, dicendo: "mille anni di
solitudine e tristezza per la morte del più grande dei colombiani di
tutti i tempi".
Gabo, come era soprannominato, è considerato il maggior esponente
del cosiddetto realismo magico, definizione che lo stesso scrittore
non gradiva, in quanto preferiva la definizione "realismo puro". Molti, infatti, pensano che il suo stile
letterario derivi dall'influenza dei suoi nonni paterni, Nicolas
Marquez Mejia e Tranquilina Iguran Cotes, con cui è cresciuto; e
che, soprattutto dalla nonna veggente, avesse ereditato il gusto del
fantastico, che segnò l'immaginazione del futuro scrittore.
Ed anche i racconti del nonno, un prestigioso militare veterano
della cosiddetta "guerra dei mille giorni" (1899-1902) fra
conservatori e liberali, servirono di base per la sua visione
storica, segnata dal senso del tragico, dalla crudeltà e dal fascino
del potere.
Nel suo memorabile discorso di accettazione del Nobel, Garcia
Marquez ricordò le parole pronunciate dal suo "maestro, William
Faulkner" davanti allo stesso pubblico - quando l'autore americano
proclamò "mi nego ad ammettere la fine dell'uomo" - per
sottolineare: "Noi inventori di favole, che crediamo a tutto, ci
sentiamo in diritto di credere che non e' ancora troppo tardi per
intraprendere la creazione" di una "nuova e devastante utopia della
vita, dove nessuno possa decidere per gli altri addirittura il modo
in cui morire, dove davvero sia certo l'amore e sia possibile la
felicità, e dove le stirpi condannate a cento anni di solitudine
abbiano finalmente e per sempre una seconda opportunità sulla
terra".
Con la sua opera ha
contribuito a rilanciare fortemente l'interesse per la letteratura
latinoamericana.
Tra i suoi romanzi più noti:
Foglie morte (La
hojarasca, 1955)
Racconto di un naufrago (Relato
de un náufrago, 1955)
La mala ora (La
mala hora, 1962)
Cent'anni di solitudine (Cien
años de soledad, 1967)
L'autunno del patriarca (El
otoño del patriarca, 1975)
Cronaca di una morte annunciata (Crónica
de una muerte anunciada, 1981)
L'amore ai tempi del colera (El
amor en los tiempos del cólera, 1985)
Il generale nel suo labirinto (El general
en su laberinto, 1989)
Dell'amore e di altri demoni (Del amor y
otros demonios, 1994)
Notizia di un sequestro (Noticia de un secuestro,
1996)
Memoria delle mie puttane tristi, (Memorias de
mis putas tristes, 2004)
Cent'anni di solitudine
sarà il romanzo che gli porterà fama internazionale di romanziere
del movimento magico - realista della letteratura latinoamericana,
che influenzerà gli scrittori di periodi successivi, come Paulo
Coelho e Isabel Allende.
Egli appartiene alla
generazione che recuperò la narrativa fantastica del romanticismo,
che mostra un microcosmo arcano in cui la linea di demarcazione fra
vivi e morti non è più così nitida e in cui ai vivi è dato il dono
tragico della chiaroveggenza, il tutto con un messaggio cinicamente
drammatico di fondo, di decadenza, nostalgia del passato e titanismo
combattivo di personaggi talvolta eroici ma votati alla sconfitta.
La solitudine e
l'incomunicabilità nella provincia sud Americana sono temi trattati
frequentemente. Molte delle storie di Marquez sono ambientate in una
cittadina inventata, chiamata Macondo, che si suppone possa
rispecchiare la città natale dello scrittore, Anacataca.
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