LETTERATURA CALABRESE E MERIDIONALE

Riscriviamo la storia della Letteratura calabrese e meridionale del Novecento

pubblicato il 17 MAGGIO 2014 - Letteratura

E' ora di rileggere la letteratura italiana meridionale fuori dagli schemi realisti e legati ancora ad una formula ideologica

di Pierfranco Bruni

 

Basta con una letteratura calabrese che privilegia le valigie dell'emigrazione e la duplicazione del reale. Proponiamo l'estetica letteraria da Alvaro a Grisi.

 Una letteratura che ancora racconta i viaggi degli emigranti che partono con le valigie di cartone e con i lacci intrecciati intorno è una obsoleta antropologia che ricalca il familismo amorale che resta depositato negli archivi della storia: è un cattivo esempio che si offre per storicizzare la letteratura del Novecento calabrese e meridionale, una letteratura oltre l'estetica dell'arte.

 E' necessario partire dal Corrado Alvaro delle memorie e del mondo sommerso per raccontare un'altra letteratura che non sia costante lamento, emigrazione, pianto, donne vestite di nero, denuncia, duplicazione del reale.

 La letteratura ha una sua estetica e vive di estetica e in Calabria soprattutto c'è una linea narrativa e poetica di grande dimensione internazionale che va da Alvaro a Calogero, da un certo La Cava a Selvaggi, da Troccoli e da De Angelis a Francesco Grisi. Questi raccontano ciò che è letteratura e fanno letteratura senza mai cadere nelle trappole della sociologia o dell'antropologia ideologizzata.

Ci sono scrittori che sono stati volutamente dimenticati, ma che sono e restano veri scrittori, perché non rientrano in una logica politica. Si continua a commettere un errore che lacera la storia stessa della letteratura.

C'è una letteratura che vive di mistero, di religiosità, di forme di estetica alta eppure si continuano a privilegiare intrecci sociologici che hanno poco a che fare con la vera e grande letteratura.

Sarebbe ora di ripensare e riscrivere una storia della letteratura del Novecento nel Sud e in Calabria.



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