IL BICENTENARIO DELL'ARMA DEI CARABINIERI | |||
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L'Arma dei Carabinieri nel suo Bicentenario: 1914 - 2014
Nella storia dell'Italia moderna: dal Risorgimento ad oggi
di
Pierfranco Bruni
1814
- 2014. Un bicentenario che attraversa la storia dell’Italia
risorgimentale, moderna e contemporanea. La storia d’Italia
moderna pre-risorgimentale, dell’Italia pre-unitaria sino ai giorni
nostri passa, inevitabilmente, attraverso la storia dei
Carabinieri e di quell’Italia vissuta all’interno di una età
post-illuminista e dentro i processi politici che ponevano l’Austria
come riferimento di efficienza. Infatti, proprio negli anni in cui
Vittorio Emanuele I di Savoia tornava in Sardegna la politica efficiente
ha come centralità, in Italia, l’Austria (rappresentata dal Regno
lombardo – veneto) che influenza gli Stati italiani.
Dalle lotte risorgimentali alle varie e complesse vicissitudini che dal
1814 ad oggi hanno caratterizzato la nostra storia mediante fulgidi
esempi, di eroismi, sacrifici, abnegazioni e senso del dovere culminati
nel sintomatico motto: “usi obbedir tacendo e tacendo morir”.
Il Corpo fece il proprio dovere anche di fronte a situazioni delicate ed
incresciose, quando ad esempio, dovette assumersi “l’ingrato compito di
mettere l’eroe” agli arresti. Ci riferiamo, evidentemente, a Giuseppe
Garibaldi.
Dopo il 25 luglio 1943, spettò nuovamente all’Arma fare il proprio
dovere e, “rappresentata dal tenente Frignani e dai capitani Aversa e
Vigneti, eseguire l’arresto dello stesso Mussolini”. Vittime pure
dell’infelice episodio delle Ardeatine, i Carabinieri – distintesi
segnatamente sul fronte russo – riuscirono a mantenere la disciplina
anche quando si trovarono tra le mani il caso di Ettore Muti.
L’Italia ha sempre guardato con attenzione, comunque, alla Francia e lo
stesso Vittorio Emanuele I raccolse le istanze della gendarmeria
francese nel progettare i primi studi per le istituzioni dei corpi
militari. Credo, però, che la gendarmeria francese ha origini che
risalgono al Medio Evo e che si è maggiormente intensificata intorno al
1536 con Francesco I di Valois, il quale diede, per primo, l’ordine di
reprimere i disordini legati al brigantaggio grazie alla trasformazione
della Polizia in un Corpo dalla duplice funzione, ovvero civile e
militare. Si capì subito la necessità di creare anche in Italia un Corpo
dei Carabinieri Reali, che garantissero l’ordine pubblico dalle minacce
che incombevano nel territorio nazionale.
Il barone Des Geneys stilò un documento con l’obiettivo di incorporare
non solo gli effetti ma anche alcuni ufficiali eccellenti. De Geneys era
maggiore generale delle armate di fanteria. Vennero costituiti due
progetti.
Il primo riguardò l’istituzione in un corpo militare firmato da Luigi
Prunotti che era capitano reggente di Pinerolo.
Il secondo riguardava un progetto di istituzione provvisoria per il
Corpo dei Carabinieri Reali controfirmato dal generale d’armata Giuseppe
Thaon de Revel.
La nascita del Corpo dei Carabinieri segna la data del 1814 e il 13
aprile dello stesso anno furono promulgate le Regie Patenti. Da questa
data in poi la presenza del Corpo dei Carabinieri assume un ruolo
importante . Il primo comandante generale del corpo si può considerare
Thaon de Revel.
La prima articolazione trova il Corpo dei Carabinieri a cavallo
e il Corpo a piedi. Uno dei dati storici centrale è che il personale
doveva essere assolutamente fedele alla monarchia sabauda tanto che i
primi uomini furono scelti tra coloro che erano invisi o perseguitati
dalla odiata polizia napoleonica.
Questo è uno dei primi dati che creò un vasto dibattito all’interno non
solo della storia dei Carabinieri ma nella stessa
storia d’Italia moderna e contemporanea. Ci sono riferimenti storici che
vedono il Corpo dei Carabinieri come raccordo centrale nei processi non
solo di tutela dello Stato e dei cittadini ma anche dei passaggi
epocali, che hanno segnato la storia d’Italia.
Date precise: 1860. Garibaldi il 14 luglio del 1860 costituisce in
Sicilia un Corpo di Carabinieri. Due anni dopo l’Arma si regge su un
comitato di 14 legioni, 38 divisioni, 100 compagnie, 174 luogotenenza e
quasi 2200 stazioni. Il Corpo dei Carabinieri partecipa da Nord a Sud
alla costituzione del Regno d’Italia e nel 1864 che viene detto
Benemerita.
Ci sono almeno cinque tappe fondamentali, che segnano l’intreccio tra la
storia politica e la storia dei Carabinieri. Il primo coincide con gli
arresti di Garibaldi. Il secondo con la guerra scatenate tra briganti e
banditi nella problematica connessa all’usufrutto delle terre annesse al
Regno.
I Carabinieri svolgono un compito fondamentale del ripristino della
legalità. Ma andiamo con ordine :
- 1861 la presa di Porta Pia;
- 1914 – 18 la Prima Guerra Mondiale;
- il ventennio fascista;
- l’arresto di Mussolini;
- gli anni del terrorismo a cominciare dagli anni ’60 sino alla fine
degli anni ’80.
Fedele alle sue gloriose tradizionali, il Corpo non mancò mai ai suoi
doveri sia per quanto riguarda il problema dell’ordine pubblico – molto
delicato nell’immediato dopoguerra anche per effetto di mancanza di
lavoro- sia, ancora, per quel che concerne la missione in Somalia o le
questioni connesse al banditismo siciliano e sardo.
Un altro episodio che coinvolse l’Arma fu, negli anni ‘60, la situazione
dell’Alto Adige, investito da spinte separatistiche, che covavano da
quando la regione era stata assegnata, dopo la Prima Guerra Mondiale,
all’Italia. Anche in questa circostanza, l’Arma ebbe le sue vittime,
conseguenze di imboscate e di vili attentati terroristici.
Il Corpo ha offerto alla patria fulgide figure, quale il
generale Dalla Chiesa, che pagò con l’estremo sacrificio il
proprio attaccamento alle istituzioni : “La lotta contro la mafia
continua. Molte sono state ancora le vittime con Falcone,
Borsellino, giudici, forze dell’ordine e Carabinieri,
altrettanti combattenti nella battaglia per affermare l’ordine e la
legalità. Giorno e notte presente al servizio della popolazione della
nostra Patria da quasi due secoli, la gloriosa Arma dei Carabinieri
compie con fedeltà il suo dovere. La storia continua nella speranza”. Un altro momento è dato dalla storia recente con il ruolo svolto anche a Nassirya.
Un Corpo militare che fa onore all’Italia dalla sua costituzione avvenuta, come recita il regolamento, per “invigilare i mendicanti, vagabondi e la gente senza mestiere e specialmente le persone che saranno indicate ai medesimi come sospette”.
Un bicentenario che permetterà di rileggere la storia dell’Italia
moderna: dal primo Risorgimento alla Grande guerra, dal Fascismo sino ai
giorni del nostro presente.
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