pubblicato il 25 Aprile 2014 -
Costume e società
Se
n'è andata in silenzio, Romilda Bollati di Saint Pierre, morta lunedì a
Torino.
Era nata a Parma 82 anni fa.
La sua fu una vita di mondanità discreta, alla piemontese, di
imprenditoria e cultura. Giovanissima frequentatrice della casa editrice
Einaudi, dove il fratello Giulio, al quale fu sempre molto legata,
lavorava dal 1949, venne all'inizio poco accettata nel regno esclusivo
di via Biancamano. Cesare Pavese negli ultimi mesi della sua vita se ne
innamora perdutamente, dopo la fine della sua storia con l'attrice
Constance Dowling. Sarebbe lei la "Pierina" protagonista di alcune
lettere struggenti dello scrittore, prima del suicidio.
Le circostanze in cui Pavese, all'epoca quarantaduenne, conobbe e si
innamorò di Romilda, all'epoca diciottenne, sono legate all'ultima
villeggiatura estiva dello scrittore a Bocca di Magra. Nei primi giorni
dell'agosto 1950, vedendo Romilda danzare con altri giovani, Pavese le
scrisse un drammatico messaggio: "Cara Pierina, ogni tuo ballo è un
giorno in meno della mia vita. Me ne restano pochi". Il secondo breve
messaggio fu scritto in data 17 agosto, proprio nell'albergo "Roma" di
Torino, dove Pavese finì suicida. A Maria Corti, la signora Bollati
precisò che il biglietto le fu recapitato a mano quando era da poco
rientrata a Torino. Pavese le telefonò anche, un po' ebbro, dicendosi in
partenza. Quando la giovane Romilda alla notizia del suicidio (27 agosto
1950) corse nella stanza dell'hotel, rinvenne sul davanzale della
finestra la cenere di una lettera semibruciata, l'ultimo segno di un
breve amore. Pavese incrociò per la prima volta Romilda nella sede della
casa editrice Einaudi, dove il fratello Giulio lavorò dal 1949.
Nata a Parma nel 1932, figlia dei baroni di Saint-Pierre, Romilda
Bollati iniziò a lavorare nel mondo della moda, fino a quando sposò il
primo marito Attilio Turati, l'industriale del vermouth Carpano. Nel
1980 Attilio Turati muore e Romilda prosegue l'impresa fino a quando nel
1982 cedette il marchio alla società Branca, che trasferì la produzione
da Torino a Milano; continuò poi a presiedere Baratti, la famosa
industria alimentare, che rilanciò.
Romilda Bollati si risposò, ma solo religiosamente, con Toni Bisaglia
alla fine del 1983: fu un breve matrimonio, perchè il 24 giugno 1984 il
leader veneto dello scudocrociato morì cadendo dal panfilo Rosalù, di
proprietà della moglie, al largo di Portofino. La morte di Bisaglia si è
a lungo tinta di giallo: si è parlato perfino di assassinio, la
magistratura ha aperto un'inchiesta, poi archiviata, con il fratello
dell'ex ministro dc, don Mario Bisaglia, morto anche lui annegato in un
lago nell'agosto del 1992.
Così la casa editrice Bollati Boringhieri la ricorda questa mattina: "In
anni già difficili per il mercato librario Romilda Bollati con estrema
generosità ha sempre garantito alla Bollati Boringhieri il massimo
sostegno, garantendone la libertà e l’indipendenza e rafforzando la
qualità del catalogo".
"Una donna di straordinaria passione civica e curiosità intellettuale
che per anni fu protagonista della vita culturale e sociale torinese".
Così la ricorda il sindaco di Torino, Piero Fassino.
da: Repubblica.it - 24 aprile 2014
Romilda
Bollati di Saint Pierre in una foto degli anni '80.
|