pubblicato il 13 LUGLIO 2014 -
Letteratura |
Alberto Bevilacqua raccontato nel nuovo libro di Pierfranco Bruni:
“Spegnersi per non consumarsi. Io e Alberto Bevilacqua”
Il dialogare di due scrittori ad un anno dalla scomparsa di
Bevilacqua lungo le vite della parola e dei personaggi
Sarà in libreria dal prossimo 28 luglio il nuovo libro di Pierfranco
dedicato allo scrittore Alberto Bevilacqua edito dalla Casa editrice
Pellegrini. Un titolo suggestivo:
“Spegnersi per non consumarsi. Io e Alberto Bevilacqua”
.
Pierfranco Bruni “racconta”Alberto Bevilacqua ( nato a Parma il
27 giugno 1934 e morto a Roma il
9 settembre 2013) servendosi di tasselli di esperienza
letteraria, ma soprattutto di un frequente rapporto con lo
scrittore. Un’amicizia antica, ma questo, però, non toglie nulla ad
uno scavo che è letterario certamente, ma è anche estetico –
simbolico riferito sia al linguaggio che ai processi metaforici e
allegorici presenti nei libri di Bevilacqua, di cui cade a settembre
il primo anniversario della scomparsa.
Con questo libro, “Spegnersi per non consumarsi. Io e Alberto
Bevilacqua”, Bruni
percorre un viaggio alla ricerca di quel centro dentro il quale
ritrovare le memorie, le emozioni, i passaggi di età, le virgole che
segnano il quotidiano. Questo quotidiano che scompare senza
perdersi, che ci lascia smarriti, che ci butta nell’anima secchi di
malinconia. Una malinconia che si intreccia con nostalgia. Una
malinconia che fa rima con nostalgia.
Bevilacqua è lo scrittore nella autenticità di una letteratura
portata sulle rive dell’alchimia. Tra le pagine che Bruni sottolinea
non manca il quadro letterario, non mancano i riferimenti, non
mancano le comparazioni narrative. Ha una sua marcata originalità
perché l’autore pone sempre in prima battuta la conoscenza diretta
dello scrittore, e l’autenticità del libro è evidenziabile da un
dialogare tra Bevilacqua e Bruni.
È anche un tessuto critico, anzi
è una nuova forma di accostarsi ad uno scrittore, grazie ad
una profonda lettura che parte da molto lontano. Sembrerebbe, a
volte, un diario, ma si tratta di un testo in cui il penetrare la
scrittura di Bevilacqua è un sondare tra le maglie di un magico
sentiero incantato.
Infatti Pierfranco Bruni pone nel gioco del linguaggio lo scavo
“sciamanico – letterario” e ne fa uno strumento di percezione per
proporre uno scrittore che ha nel cuore della sua scrittura la magia
come linguaggio onirico, come potenzialità erotica.
Un bel libro costruito oltre il dato emozionale con capacità e
strumenti consoni ad una visione mitico – simbolica.
D’altronde Bruni entra nel “vero” dei suoi romanzi e della sua
poesia intrecciando la sua scrittura con quella di Bevilacqua.
In questo libro gli scrittori, sia Bruni che Bevilacqua, vivono lo
scandalo della parola lacerandola nel di dentro. Scandalo perché? La
parola qui non è solo testimonianza, ma addirittura è un testamento
e nulla concede ad alcuna variazione riferita a stilemi letterari
altri. È tutta
racchiusa nella confessione. Senza timori si fa penetrante la
sensualità, quella sensualità che vive appunto i “sensi incantati”.
Bruni e Bevilacqua sembrano vivere in un costante colloquio. Del
libro se ne parlerà ufficialmente, in atemprima, durante le serate
del Premio Letterario Tropea del 26 e 27 luglio prossimo.